Anthony Hopkins è un nome che risuona con forza nell’industria cinematografica internazionale. Un attore che, con il suo straordinario talento e la sua capacità di entrare nei personaggi più complessi, ha scritto una delle pagine più gloriose del cinema contemporaneo. Nato il 31 dicembre 1937 a Margam, nel Galles, è diventato una leggenda vivente, grazie a una carriera che ha attraversato più di sei decadi, toccando vette artistiche impensabili per molti.
Cresciuto in una famiglia modesta, Hopkins non mostrava inizialmente segni di una carriera che lo avrebbe portato a diventare uno dei più grandi attori della storia del cinema. Il padre, un cuoco, e la madre, una casalinga, non avrebbero mai immaginato che il loro figlio avrebbe raggiunto una fama internazionale. Eppure, fin da giovane, Anthony aveva una passione per la recitazione, nonostante a causa della figura rigida del nonno egli soffrisse di dislessia e fosse parecchio timido e scontroso.
Dopo aver frequentato il Royal Welsh College of Music & Drama a Cardiff, ha affinato le sue abilità al National Youth Theatre di Londra, prima di entrare a far parte del prestigioso Royal National Theatre, dove il suo talento fu notato da molti, tra cui il leggendario Laurence Olivier.
Sebbene Hopkins avesse iniziato la sua carriera in teatro, fu il cinema a consacrarlo definitivamente. Nel 1991, con Il silenzio degli innocenti, il pubblico mondiale scoprì la sua interpretazione iconica nel ruolo di Hannibal Lecter, uno dei serial killer più famosi della storia del grande schermo. La sua performance glaciale, inquietante e al tempo stesso affascinante, gli valse l’Oscar come miglior attore protagonista. Da quel momento, il suo nome divenne sinonimo di perfezione attoriale, e la sua capacità di evocare personaggi intensi e psicologicamente complessi lo rese una figura di riferimento per registi e attori.
Negli anni successivi, Anthony continuò a dimostrare il suo straordinario talento in una serie di ruoli indimenticabili, come quello di James Stevens in The Remains of the Day (1993), che gli valse un altro riconoscimento dalla critica, e la sua interpretazione di Richard Nixon in Nixon (1995), per la quale ricevette una nomination agli Oscar. Ma è con il ruolo di “Sir Anthony,” un anziano che lotta contro la demenza in The Father (2020), che conquistò nuovamente il cuore di critica e pubblico, vincendo il suo secondo Oscar, a distanza di quasi trent’anni dal primo.
Oltre alla sua carriera cinematografica, Hopkins ha mostrato una sorprendente versatilità. Non solo un attore di grande profondità, ma anche un artista poliedrico. La sua passione per la musica è ben nota: ha composto numerose opere, tra cui colonne sonore per film e musica da camera. È anche un pittore, con diverse opere esposte in gallerie d’arte. Queste dimensioni artistiche hanno contribuito a rafforzare l’immagine di un uomo non solo dotato di talento recitativo, ma anche di una creatività sfaccettata e mai banale.
Anthony Hopkins ha vissuto una vita personale non meno interessante della sua carriera. Ha avuto tre matrimoni: il primo con l’attrice Petronella Barker (1966-1972), poi con Jennifer Lynton (1973-2002), e infine con Stella Arroyave, attrice colombiana che sposò nel 2003. Nonostante la fama, è noto per la sua discrezione e per la sua personalità riflessiva e umile. In diverse interviste, ha dichiarato di considerare la recitazione come una forma di “condivisione di sé”, dove ogni interpretazione rappresenta un’opportunità di esplorare e comprendere le sfaccettature più nascoste dell’animo umano. “Il mio mestiere è quello di raccontare storie“, ha detto una volta Hopkins, “e ogni volta che salgo su un set, mi sento come se stessi per entrare in un’altra realtà. Non è mai noioso.”
Il talento di Hopkins non è passato inosservato. Oltre ai suoi due Oscar, ha ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti, tra cui il BAFTA per The Remains of the Day, e il Golden Globe per Il silenzio degli innocenti.
Oggi, Anthony Hopkins è una delle figure più rispettate del cinema mondiale. La sua capacità di trasformarsi in ogni ruolo, l’intensità della sua recitazione, e la sua innata eleganza lo hanno consacrato come una delle più grandi leggende viventi del cinema.
Con una carriera che continua a regalarci grandi interpretazioni, è chiaro che Anthony Hopkins non è solo un attore, ma un vero e proprio patrimonio del cinema, tanto che nel 1993 è stato insignito del titolo di Sir, Baronetto della Regina Elisabetta II. Un artista che, come i suoi personaggi più celebri, continuerà a essere studiato, ammirato e, soprattutto, amato per molte generazioni a venire.

Nato a Milano il 9 Agosto 1974, ha conseguito studi ed esperienze lavorative di progettazione meccanica. Agli inizi del 2000 quasi per gioco coltiva l’hobby della scrittura, divenendo inaspettatamente giornalista pubblicista. Ha collaborato con svariati quotidiani scrivendo di cronaca e inchiesta, nonché con magazines mensili dedicati alle auto storiche per via della sua passione per il collezionismo automobilistico di nicchia. Oggi lavora in una fondazione nel centro di Milano, ma non appena il tempo glielo consente, ne approfitta per condividere notizie ed opinioni. La sua citazione preferita, come un mantra, la ruba al celebre film “Scent of woman,” in cui Al Pacino, nei panni di un colonnello non vedente dell’esercito, risponde alla domanda del suo giovane badante sull’ammirazione che ha delle donne: “Le donne le amo sopra ogni cosa. Al secondo posto, ma con lunga distanza… c’è la Ferrari.” Carpe Diem.