Barbara Politi: il viaggio di una giornalista tra passione e autenticità

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Barbara Politi, giornalista professionista e conduttrice televisiva, è una sognatrice per natura e curiosa quanto basta. Inarrestabile e versatile, incarna alla perfezione l’essenza del suo segno zodiacale, i Gemelli. In questa intervista, scopriamo qualcosa di più sulla sua storia e sulla passione che guida ogni suo progetto.

Ciao Barbara, grazie per essere con noi. 

La tua carriera si sta evolvendo in modo straordinario, passando dal giornalismo regionale alla conduzione di importanti programmi nazionali. Possiamo dire che hai trovato la tua “dimensione” nel mondo del food? Inoltre, come riesci a mantenere viva la tua curiosità e la tua creatività in un settore così competitivo e in continua evoluzione?

B. Ciao Gabriella, grazie innanzitutto per l’attenzione e l’apprezzamento che mi riservate. Sono dei gemelli e, per chi un po’ d’oroscopo lo conosce, questa informazione rappresenta già una buona metà della risposta alla tua domanda. La curiosità, infatti, è l’elemento cardine che governa ogni mia giornata, azione e interesse. Sono un’appassionata, una “malata” di sogni e desideri e mi piace vivere la vita con grinta ed entusiasmo. Ho la capacità di meravigliarmi ancora come una bambina, perché amo ciò che faccio: questo credo sia la mia peculiarità più bella, accanto alla professionalità e alle competenze che l’esperienza mi ha permesso di maturare. Il confine che separa il mio lavoro dai miei interessi personali è talmente sottile da non esistere.

La mia vita e le mie passioni coincidono con il mio lavoro e lo rappresentano in toto, con tutte le difficoltà e i sacrifici del caso. Sai, molte volte le persone che mi seguono sui social o in TV mi scrivono di invidiare la vita che conduco, sempre in giro per l’Italia. È una vita bella, è vero, ma quando hai una media di quattro tappe nazionali alla settimana, per mesi e mesi, beh, è necessaria una grande forza di volontà, oltre alla passione. Come hai detto, è un mondo molto competitivo, che cambia e si evolve alla velocità di un click su Instagram. Come fare la differenza? Andando oltre l’immagine, attraendo il pubblico con energia ed entusiasmo, che sono cose che non si comprano al supermercato. O ce le hai dentro o niente.

 

Barbara Politi
Barbara Politi – ph: Sara Galimberti

 

Il tuo programma “Puglia Mon Amour” ha riscosso grande successo. Quali elementi della cultura pugliese cerchi di mettere in risalto e come pensi che il racconto gastronomico possa influenzare la percezione di una regione a livello nazionale e internazionale?

B.: Il salto alla conduzione nella TV nazionale è iniziato proprio tre anni fa con “Puglia Mon Amour”, programma trasmesso da Gambero Rosso Channel. Il successo è stato notevole, anche perché la tavola pugliese registrava un grande interesse generale, nazionale e internazionale, a livello turistico e commerciale. La gastronomia della Puglia, tra cucina, pizza e pasticceria, è il biglietto da visita della regione nel mondo, ciò per cui è amata dal primo istante. Sono fiera e orgogliosa di essere pugliese e di raccontare l’enogastronomia della mia terra sul più importante giornale del Sud Italia, La Gazzetta del Mezzogiorno, diretto da Mimmo Mazza, nella mia pagina settimanale tematica “Tour del Gusto”. Gli elementi che metto in risalto? La sua identità, le sue tradizioni. La mia Puglia ha tanto da offrire!

 – Hai ottenuto il “44esimo Premio internazionale di Giornalismo Ischia” per la Narrazione Gastronomica. Che cosa significa per te ricevere questo prestigioso riconoscimento e come pensi che possa influenzare il tuo lavoro futuro nel settore del food journalism?

B. È stato il riconoscimento più prestigioso mai ottenuto in quasi vent’anni di professione. Sono stata emozionata, grata e felice, soprattutto per il fatto di averlo conquistato nel settore che mi ha vista protagonista negli ultimi anni: il food & wine. Non so se questo premio avrà un’influenza diretta sulle mie attività future, ma sono orgogliosa di riceverlo insieme a “mostri sacri” del giornalismo italiano, come Lucia Annunziata, Francesca Fagnani e Claudio Cerasa.

 

Barbara Politi

 

 – Hai avuto esperienze significative in contesti diversi, dal Festival di Sanremo al Festival del Cinema. Come riesci a integrare queste esperienze diversificate nel tuo lavoro quotidiano e cosa hai imparato da ognuna di esse?

B.: Sono cresciuta a pane e telegiornali. La mia formazione è generalista; ho condotto il mio primo tg a 23 anni e a 29 ero già una giornalista professionista. Ho chiuso la parentesi “informazione” con il più grosso gruppo televisivo del Mezzogiorno, Telenorba, redazione che ho lasciato nel 2019 per dedicarmi a 360 gradi alla conduzione di programmi ed eventi. Questo percorso professionale mi consente di adottare diversi registri linguistici e competenze, a seconda dei casi. Ho imparato a saltare da un argomento all’altro, dal serio al faceto, in una manciata di secondi.

Le due esperienze appena citate, Sanremo e Venezia, mi hanno dato qualcosa di importante, ma il filo comune resta sempre lo stesso: il racconto. Dove c’è racconto, io sto bene. È quanto avvenuto con Linea Azzurri, un programma che ho condotto per Sport Italia la scorsa stagione e che il prossimo anno si prepara a sbarcare anche su altre reti. In questo caso, al centro del racconto, ci sono i campioni olimpici e le loro storie. Con l’occasione, vi do appuntamento al 2025!

 

Barbara Politi

 

Hai avuto l’opportunità di vivere il Premio Caruso a New York e di lavorare alla conduzione di un’importante serata che sarà trasmessa sulle reti Rai Italia e Rai Play il prossimo novembre, dedicata agli italiani negli Stati Uniti. Ci piacerebbe sapere: quali sono le storie più affascinanti che hai scoperto riguardo ai connazionali all’estero? In che modo il cibo rappresenta una forma di identità culturale per questi italiani?

B.: Il Premio Caruso, ideato da Dante Mariti e realizzato in questa edizione 2024 dagli autori televisivi Tommaso Martinelli, Sacha Lunatici e Luigi Miliucci, è stata una ventata di adrenalina pura per me. Volare oltreoceano per raccontare l’eccellenza italiana e napoletana nel mondo, dal cuore universale dell’energia, New York, è stata un’emozione unica. Ringrazio chi mi ha dato questa opportunità, dal prof. Angelo Maietta al direttore di rete, dott. Fabrizio Ferragni.

Sul palco, ho incontrato diverse bellissime storie di italiani e napoletani che si sono realizzati all’estero, insegnandoci che con coraggio e determinazione, ma soprattutto con costanza, si arriva dove si vuole. Tra queste, ho trovato particolarmente interessante la storia di un imprenditore del settore ristorativo, Rosario Procino, che ha ricreato un micromondo di italianità nella Grande Mela, pulsante grazie al food Made in Italy.

La promozione della cultura del cibo e del vino comporta inevitabilmente anche una responsabilità. Qual è, secondo te, il ruolo del giornalista in questo ambito? Come puoi contribuire a sensibilizzare le persone su tematiche come la sostenibilità e il consumo consapevole?

B.: Oggi si parla sempre più di “cultura del cibo, di cultura dell’olio e di cultura del vino”. Non è un caso. Nel momento storico che viviamo, quello della candidatura della Cucina Italiana a patrimonio UNESCO, abbiamo tutti noi una grande responsabilità. Garantire l’alta qualità delle materie prime, se si è produttori; raccontare i sacrifici che si nascondono dietro un’etichetta, se si è giornalisti o comunicatori. Dobbiamo voler bene alle nostre radici, e siamo tutti chiamati a farlo.

Hai avuto l’opportunità di intervistare molti personaggi del mondo del cinema e della musica, come Giovanni Allevi ed Edoardo Leo.

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C’è qualcuno che ti ha particolarmente colpita e che ti ha trasmesso una lezione inaspettata? Se sì, quale?

B.: Senza nulla togliere ai grandi nomi incontrati nel mio percorso professionale, chi mi ha lasciato un segno profondo, proprio di recente, è stato il grande maestro Giovanni Allevi. Una preparazione, una sensibilità, un’arte, una maestria, un cuore senza eguali. Allevi mi ha emozionata, soprattutto perché, sul palco, si è sviluppata una straordinaria empatia durante l’intervista. Per usare una metafora, eravamo perfettamente allineati sul ritmo dell’anima.

 

 

 – Qual è l’esperienza che ti ha profondamente cambiato e che ricordi “con affetto”?

B.: In realtà, ce ne sono diverse. Però, ricordo con particolare affetto l’ultimo Sanremo. È stato per me lo spartiacque della mia vita professionale, un momento in cui il mio impegno (faccio parlare di talento gli altri) ha incontrato finalmente l’occasione. Chi legge, capirà.

 

Barbara Politi

 

Se i sogni sono desideri, qual è il sogno che desideri realizzare?

B.: In realtà, sento di essere già sulla strada della realizzazione del mio sogno più grande. Continuare a crescere, a migliorare, a sviluppare le mie competenze, a vivere a pieno qualsiasi esperienza possa dare un contributo importante alla mia persona e al mio lavoro. Sogno di lasciare un segno nella vita delle persone che cercano un momento di svago e di piacere. L’intrattenimento e la conduzione di programmi mi piace per questo: non solo perché è più in linea con le mie corde creative rispetto all’informazione puramente giornalistica, ma soprattutto perché regala belle emozioni alla gente.


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