Le programmazioni cinematografiche non finiscono mai. E’ tutto pronto per il “non c’è due senza tre”. Dunque, che il terzo giorno abbia inizio signori e signore!
Diamo il via alle danze con una nuova pellicola di Nikolaj Arcel con “Bastarden”, tratto dal libro “The captain and Ann Barbara” di Ida Jessen.
Il genere è biografico, drammatico e storico con un richiamo ai valori universali che dovrebbero accomunarci tutti. Tuttavia, malgrado ciò, vi è sempre il conflitto tra eroe ed antagonista che infittisce la storia.
Nel cast troviamo un enigmatico Mads Mikkelsen, nel ruolo di paladino Ludvig Kahien, che non c’entra nulla con l’interpretazione di Hannibal, ma è pur sempre elegantissimo ed austero. Interpreta un personaggio umile che, con fatica, è riuscito a farsi strada all’interno delle gerarchie dell’esercito, diventando capitano. Inoltre, l’introspezione umana è molto evidente, si percepisce l’esigenza di solidarietà con l’altro, l’amore e un senso di paternità acquisito. Inoltre, si evince fortemente il bisogno viscerale di evadere da schemi precostituiti, tensione che è sempre più evidente in questo periodo storico.
Forse, alcune volte, dovrebbero prevalere i sentimenti piuttosto che i dubbi e pensieri che pervadono la mente?
Il rullo successivo è Povere Creature (Poor things) di Yorgos Lanthimos, tornato a Venezia dopo la consacrazione ottenuta cinque anni fa con “La favorita”.
Le star di grande spicco in questo film sono la bellissima Emma Stone e Mark Ruffalo.
La trama riguarda il romanzo dello scozzese Alasdair Gray che rilegge in chiave attuale il mito di Frankenstein in chiave liberatoria e femminista.
William Dafoe interpreta Godwin Baxter, sfigurate e scintillante scienziato che riporta in vita la giovane Bella Bexter, trapiantandole il cervello del bambino che aveva in grembo.
Il messaggio che palesa Yorgos Lanthimos è lampante e chiaro, come un fulmine a ciel sereno: difendere la libertà della donna in tutte le sue sfumature rendendola forte, indipendente ed estremamente ribelle, cercando di smontare i pregiudizi e preconcetti del genere umano.
Obiettivo arduo, senza dubbio. Ma l’umanità ha un disperato bisogno di qualcuno che rompa gli schemi per sopravvivere.
Good work!
“Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo, torna dopo un lungo periodo di incubazione creativa, pronto a ricostruire una Golden age della Hollywood sulle strade romane con un coinvolgente William Dafoe, James e la dolce Rohrwacher.
Inizialmente, il regista voleva concentrare la storia sull’omicidio della giovanissima Wilma Montesi (1953), episodio importante per l’Italia perchè rappresentò il primo caso di assassinio mediatico. La stampa coprì la vicenda a causa della presenza di personaggi politici e dello spettacolo e così, grazie anche all’indifferenza del pubblico, si dimenticò l’entità e le cause della morte della vittima.
Invece in un secondo momento, ha voluto cambiare l’epilogo, inserendo un’accezione positiva alla pellicola, che offre speranza a tutta questa tragedia. Perciò, ha salvato la protagonista dandole una nuova alba e dimostrando che il coraggio serve anche per riuscire a scoprire sé stessi.
Continuiamo il percorso interessante e curioso che Venezia ci regala.
Cerco notizie ad Ovest Nord Ovest, sono logorroica e amante dell’informazione. Mi occupo di comunicazione, Social Media e speakeraggio radiofonico, mi piacciono le parole perché ognuna di esse racchiude un significato specifico. Nella vita ho sempre cercato di fare più cose insieme per poter imparare e migliorare, ritengo che c’è sempre tempo per trovare le proprie passioni basta perseguire la propria strada!I miei hobby sono la cinematografia, la fotografia e lo sport soprattutto il nuoto e la boxe, almeno per il momento! Il mio posto preferito è sicuramente il mare dove poter fare introspezione e staccare la mente.