Cannes 2025: Jafar Panahi trionfa con un film sul perdono

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Il regista iraniano conquista la Palma d’Oro con A Simple Accident. Niente premi per l’Italia, mentre si distinguono Brasile, Norvegia e il talento emergente di Nadia Melliti.

CANNES – Il Festival di Cannes 2025 ha visto brillare A Simple Accident, il toccante lungometraggio di Jafar Panahi, che si è aggiudicato la Palma d’Oro. Un film denso di significati, capace di raccontare – con la delicatezza che è cifra del suo autore – come anche dal dolore possa nascere un gesto di umanità.

La storia ruota attorno a un meccanico che, in un viaggio notturno insieme alla famiglia, investe un cane. Un incidente che sembra insignificante diventa invece il punto di partenza di una spirale emotiva: l’uomo crede di riconoscere in un cliente colui che anni prima l’aveva torturato in carcere.

Si sfiora la vendetta, ma ciò che conta è la verità. Salito sul palco con la figlia e la troupe, Panahi ha dedicato il premio “alla libertà del popolo iraniano”, lanciando un appello: “Che nessuno dica mai più a un iraniano come deve vivere o vestirsi”.

 

Cannes 2025

 

Un Palmares tra certezze e nuove voci

Il Grand Prix è stato assegnato a Sentimental Value del norvegese Joachim Trier, un film intimo e sofisticato che scava nel rapporto tra un padre regista e le sue figlie. Con un cast d’eccezione – Elle Fanning e Stellan Skarsgård – il film mescola autobiografia e riflessione sul cinema, tra dolcezza e profondità.

A fare incetta di premi è stato O Agente Secreto del brasiliano Kleber Mendonça Filho: miglior regia e miglior attore per Wagner Moura. Un thriller politico ambientato negli ultimi anni della dittatura brasiliana che ha convinto per forza e coerenza narrativa. Il cinema sudamericano conferma così una maturità ormai consolidata.

Sul fronte francofono, Nadia Melliti ha conquistato il premio come miglior attrice grazie a La Petite Dernière di Hafsia Herzi, un racconto sulla libertà femminile e l’identità culturale. La miglior sceneggiatura è andata ai fratelli Dardenne, premiati per La Maison Maternelle, nuova testimonianza del loro cinema attento al sociale.

 

Cannes 2025

 

Nuovi volti, premi collaterali e qualche sorpresa

Tra i debutti, spicca Hasan Hadi, vincitore della Camera d’Or con The President’s Cake, applauditissimo alla Quinzaine des Cinéastes. Il Prix du Jury, assegnato ex aequo, è andato a Sirat del franco-spagnolo Oliver Laxe e Sound of Fallingdella tedesca Mascha Shilinski.

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Fa già discutere il Premio Speciale della Giuria, concesso in extremis a Resurrection di Bi Gan, regista cinese che molti considerano autore del vero capolavoro del Festival. Un riconoscimento che ricorda quello assegnato lo scorso anno a The Seed of the Sacred Fig di Mohammad Rasoulof.

 

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L’Italia resta a guardare

Delusione per il cinema italiano: Fuori di Mario Martone non ha ricevuto alcun premio. Un’edizione amara, con l’Italia esclusa anche dalle sezioni collaterali.

Si chiude così Cannes 2025, tra riflessioni sul presente e sguardi al passato, ma con la speranza di un futuro migliore. Il cinema, ancora una volta, si fa strumento di riscatto. E Panahi, con il suo racconto di perdono, ci regala una lezione che va ben oltre lo schermo.


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