La danza è sempre stata sinonimo di sacrificio che sfocia nella magica espressione del corpo. Chi meglio della fondatrice della casa DellaLo’ Milano può essere principale interprete di questa armonia?
Cresciuta fra le campagne del padovano, fin da piccola volle appartenere a questo mondo, con una brillante carriera, quindi chi meglio di lei può conoscere i bisogni dei ballerini? Il brand è nato solamente 8 anni fa, ma sta esplodendo oltre che in Italia ed Europa, anche nel resto del mondo.
Il vostro logo è rappresentato da una margherita, c’è un significato particolare dovuto a questa decisione?
La fine del percorso di lavorazione del capo, viene determinata dall’applicazione di una margherita in macramè. In origine, ancor prima che la DellaLo’ fosse fondata, venne utilizzata per coprire l’imprecisione di una finitura, il risultato fu talmente bello che da allora viene posizionata per esaltarne le linee, ma non solo.
Nonostante i numeri importanti di produzione, continuiamo a cucirla rigorosamente a mano, suggellando il percorso accurato di ogni passaggio di lavorazione nel nostro atelier.
La margherita racchiude la nostra storia tanto quanto il concetto di artigianalità, non credo avrei potuto fare scelta migliore.
Per i vostri tessuti Made in Italy, vi rivolgete solo ad aziende di vostra fiducia?
Assolutamente sì, da quando ho iniziato quest’avventura sono stati proprio loro a darmi il più grande sostegno, consigliandomi, insegnandomi moltissimo sulle dinamiche del settore. Tutti i nostri fornitori sono in Lombardia.
Dando un’occhiata alle vostre collezioni, si può subito notare che una delle vostre parole chiave per le Capsule che presentate ai clienti è “eleganza”, avete qualche fonte di ispirazione particolare per la creazione dei capi?
I nostri modelli hanno tutti nomi di Dee, questa non è una scelta casuale. Una ballerina, come qualsiasi donna che si prepara per un’occasione, vuole indossare quell’abito che la faccia sentire bene.
Una ballerina in particolare, nel suo lavoro quotidiano ha sempre a che fare con lo specchio per la ricerca costante della perfezione del movimento. Iniziare una prova indossando qualcosa che ti fa sentire bene dà senza dubbio l’energia giusta per affrontare le tante difficoltà.
Per gli stili senza dubbio mi ispiro a ciò che amo, l’eleganza del passato sicuramente è di grande ispirazione. I costumi di repertorio, gli abiti del quotidiano sono sempre fonte di riflessione.
Senza dubbio la difficoltà ma al contempo la bellezza, sta nell’adattarli e riassumerli in quel poco spazio del body cercando di dar loro non solo il design, ma anche il comfort necessario e soprattutto che nel movimento, il capo non debba sporcare la ballerina nelle sue linee.
Sappiamo che fate uso di materiali e tessuti riciclati dalle scorte dei vostri magazzini per evitare inutili sprechi; quindi, avete uno sguardo e un’attenzione particolare all’ambiente?
Sì, stiamo pian piano cercando di sostituire gran parte dei nostri materiali con indemagliabili riciclati, nonostante le grosse difficoltà di approvvigionamento di questo periodo. Siamo sinceramente molto sensibili al tema e ben consapevoli che è anche la tendenza del momento.
Abbiamo voluto però essere ancor più coerenti con questa scelta creando degli accordi con i clienti, avvisandoli che finché un determinato tessuto non fosse completamente esaurito in magazzino, non sarebbe stato sostituito. Buttare, non è esattamente il modo migliore per fare ecologia.
Tutto il vostro team aziendale è composto da sole donne, è una scelta casuale o voluta?
Sorrido. Sorrido perché sì, è assolutamente casuale come lo è il fatto che praticamente tutti i nostri collaboratori esterni sono uomini.
Ma amo questa cosa.
Rispetto al periodo in cui danzava ad oggi, c’è stata un’evoluzione di stile nel suo campo?
Sì, decisamente. Quando ho iniziato le mie ricerche di mercato, quello che trovavo era decisamente più tecnico rispetto a quello che facevo, pizzo sì, ma in piccole dosi, nessun tulle ricamato.
Non so se in qualche modo abbiamo contribuito a questo, ma il nostro impegno è stato nel far entrare nella visione della ballerina che i nostri capi non sono soltanto abiti da lavoro.
Certamente il periodo del Covid è stato importante, tutti i ballerini si sono organizzati le sale ballo in casa, facendo lezioni online e mostrandosi al meglio. Se prima eravamo scelte solo per audizioni, concorsi e prove importanti, in quel momento siamo diventate perfette per la diretta.
Prima della realizzazione di questo brand, lei è stata una ballerina, qual’ è il ricordo più bello che ha legato alla danza?
Ho dedicato 34 anni della mia vita alla danza, non riesco davvero a focalizzare un momento in particolare. Quando mi chiedono se mi manca, la risposta è no, semplicemente perché la scelta di smettere è arrivata ben consapevole del fatto che non era più tempo, ma se tornassi indietro senza dubbio rifarei tutto. La scena dà energie che la vita non immagina.
L’adrenalina scorre fino ad ore dopo lo spettacolo, per il ruolo interpretato, il pubblico, gli applausi….ma tutto ciò è amplificato dal percorso intrapreso prima di arrivare a varcare le quinte. Ho ballato nei teatri più importanti del mondo, ma ho amato ancor di più lavorare a fondo per poterne essere all’altezza, per meritarlo. Ho sempre avuto la consapevolezza che fosse un dono, che va rispettato.
Ecco perché sono qui. Allo stesso modo, porto avanti la nostra azienda.
Mi chiamo Camilla D’Agostino e sono una studentessa universitaria di comunicazione e marketing con una passione per la moda e per il cinema. La moda per me è una forma d’arte, un’espressione di creatività e individualità. Mentre ritengo il cinema un’ispirazione, un’arte che cattura emozioni ed un modo per staccare la mente, essere sul set mi consente di trovarmi in un’altra realtà per qualche ora, di interpretare un personaggio diverso dalla solita Camilla. Infine amo viaggiare, mi permette di scoprire nuove culture e di creare ricordi indelebili.