Dentro l’Intelligence: I Segreti della Sicurezza Nazionale

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Intervista ad un operatore di intelligence che rivela il modi di comunicare dei Servizi.

L’incontro con Harpo, pseudonimo di un uomo che ha dedicato la propria vita alla sicurezza nazionale, ha avuto luogo in una vivace piazza di Milano. Nonostante il suo aspetto snello, Harpo si presenta in un’eleganza discreta che contrasta con la riservatezza che il suo ruolo richiede. Nonostante la sua carriera nelle istituzioni, preferisce definirsi un “operatore di intelligence” piuttosto che “agente segreto”, una definizione troppo generica per chi ha operato all’interno dei Servizi.

Harpo ci spiega che il suo lavoro consiste nel raccogliere e analizzare informazioni per proteggere la Repubblica Italiana da minacce interne ed esterne, operando nell’ambito dell’Agenzia Informazioni Sicurezza Esterna (AISE). “Dire agente segreto è riduttivo,” sottolinea. “Il mio compito è garantire la stabilità del paese attraverso l’intelligence.”

 

 

Alla domanda su chi possa entrare nei Servizi, la risposta è chiara. “Chiunque abbia compiuto 18 anni, senza precedenti e con una condotta immacolata,” afferma. A differenza di quanto si possa pensare, la selezione non avviene attraverso canali particolari: chi è interessato può candidarsi attraverso il sito ufficiale Sicurezzanazionale.gov. Tuttavia, una risposta immediata non è garantita. “Se il candidato è idoneo, verrà contattato dopo aver approfondito la sua vita privata e familiare.”

Il percorso di selezione include test fisici, psicoattitudinali e un addestramento che, se superato, porta all’ingresso in un settore specifico dei Servizi, in base alle necessità del momento storico. Harpo aggiunge che, sebbene le Forze Armate siano una fonte privilegiata di reclutamento, anche i civili possono entrare a far parte dei Servizi, in quanto il bisogno di competenze specialistiche è ampio e variegato.

 

 

Posso candidarmi anche se non ho un’esperienza militare?” chiediamo. La risposta è positiva: “Tutti sono utili, anche i civili. Ogni settore ha una sua importanza, anche quello accademico o medico,” spiega, fornendoci esempi concreti. A inizio anni 2000, i Servizi cercavano donne madri sotto i 29 anni, per esigenze specifiche legate al preciso contesto geopolitico di allora. “I Servizi non si fermano solo a professioni convenzionali. Sono sicuro che chiunque inconsapevolmente frequenta nella sua vita privata o per lavoro qualcun altro vicino ai Servizi segreti. Non immaginereste nemmeno quanto la rete sia capillare e di quanti uffici di copertura vi siano.

Harpo prosegue raccontando quanto l’intelligence riguardi tutti i settori della società. “Tutto è informazione: politica, industria, medicina, istruzione. Oggi, l’attenzione è rivolta al cyberspazio e all’intelligenza artificiale allo scopo di monitorare disinformazione e manipolazioni online. E nel caso contrattaccare, ma quello è controspionaggio, un’altra cosa.” Sorridendo, aggiunge che anche la letteratura e la ricerca scientifica sono utilizzate per scopi legati alla sicurezza nazionale. “Ogni romanzo può contenere messaggi nascosti. Le università sono spessissimo un terreno di reclutamento.” L’idea di un romanzo come veicolo di informazioni segrete non lo sorprende, anzi, lo considera una prassi consolidata.

 

 

La medicina, poi, è un campo fondamentale. “Ci occupiamo di batteri e virus, per proteggerci da attacchi biologici e anche per comunicare in modo nascosto attraverso la loro genetica,” racconta. Le sue affermazioni al riguardo proseguono e non sono da meno: “Non è fantascienza. La nostra attività va oltre i confini della realtà, anticipiamo spesso i tempi.” Un’affermazione che completa dicendoci che tutto quanto affermato finora non è del tutto un segreto, dato che sono state pubblicati esaurienti studi sulla rivista ufficiale dei Servizi “GNOSIS.” Anche loro hanno una rivista a quanto pare.

 

 

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Alla domanda su come i Servizi comunicano, Harpo racconta dell’uso di metodi tradizionali e moderni, come il fermoposta, una tecnica di comunicazione segreta un tempo molto usata. “Oggi internet è un mezzo essenziale, ma anche i media sono una via di comunicazione fondamentale.” Racconta, ad esempio, di come un’importante biblioteca online internazionale sia stata hackerata, non per errore, ma come sabotaggio intenzionale proprio perché oggetto di scambio di documenti.Fra migliaia di documenti, testi, video e libri pubblicati ogni settimana, qualcuno sapeva dove attingervi e quando per estrapolare qualcosa. Una volta carpito veniva cancellato dai database. Il gioco fu scoperto, e come ripicca Hackerarono il sistema.

 

 

Il tema delle categorie protette nelle forze di intelligence ci porta a una riflessione interessante. “Ufficialmente non sono ammessi, ma durante la Guerra Fredda la STASI reclutava persone con disturbi paranoidi per via della loro attenzione ai dettagli nelle coperture delle identità. Per pianificare qualcosa un paranoico è essenziale, in quanto non lascia nulla al caso.” ci rivela, sottolineando che, in un certo senso, ogni tipo di persona ha un ruolo da svolgere.

 

 

L’intervista si conclude, e sulla promessa di rivederci un domani, Harpo ci saluta con una frase enigmatica: “Chissà, le vie del Signore sono infinite.Lasciandoci con molti spunti di riflessione su un mondo nascosto, eppure pervasivo, che pur restando dietro le quinte è sempre pronto a intervenire per garantire la sicurezza e l’integrità del nostro paese.


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