Lunedì dell’Angelo, 21 aprile 2025 – ore 7:30 del mattino. Il mondo si è fermato.
In un’alba silenziosa e intrisa di fede, Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre, proprio nel giorno che celebra la speranza e la rinascita: il Lunedì di Pasquetta. Aveva 88 anni. Una data che non è casuale, ma profondamente simbolica per un uomo che ha speso ogni istante della sua vita al servizio degli ultimi, dei fragili, degli scartati.
Jorge Mario Bergoglio, figlio di migranti italiani, aveva fatto della sua origine una bandiera. La sua voce è sempre stata quella di chi non ha voce. Non ha mai cercato troni, ma volti. Non ha mai preteso titoli, ma abbracci. È morto come ha vissuto: “sul campo”, come amava dire, accanto al popolo, senza mai distaccarsi dal dolore e dalla gioia della gente comune.

Alle 7:30 di questa mattina, il cuore grande del Papa si è fermato. Le sue ultime ore, secondo quanto riferito dal Vaticano, sono state serene, circondato da pochi intimi e immerso nella preghiera. Nessuna solennità, nessuna pompa. Solo silenzio, fede e amore. Proprio come lui desiderava.
Papa Francesco ha segnato la storia della Chiesa. È stato il primo Papa sudamericano, il primo a scegliere il nome del poverello di Assisi, e il primo a vivere il pontificato come una missione da “ospedale da campo”. Ha viaggiato in luoghi dimenticati dal mondo, ha parlato nei deserti dell’indifferenza, ha denunciato le guerre, l’ipocrisia, le ingiustizie. Ma soprattutto ha mostrato misericordia. Quella vera, concreta, fatta di gesti, sguardi, carezze.
Le sue parole, “Chi sono io per giudicare?”, riecheggiano oggi più che mai, in un mondo che piange un pastore buono, semplice, ma immenso.
Dai quartieri poveri di Buenos Aires al soglio di Pietro, Papa Francesco non ha mai dimenticato chi era. E proprio per questo, oggi, il dolore è collettivo. I fedeli si radunano nelle piazze, le campane suonano a lutto, le lacrime scendono sincere.
È stato il primo Papa della globalizzazione, ma non quella fatta di mercati e finanza. La sua è stata la globalizzazione del cuore. Parlava a tutti: credenti e non, poveri e potenti, giovani e anziani. La sua identità di figlio di migranti cresciuto in una terra lontana dal Vaticano gli ha permesso di vedere oltre i confini, oltre le bandiere, oltre le religioni. È stato il Papa delle periferie del mondo, della pace, della Terra, della dignità umana.
Ha tenuto insieme il mondo con una parola che sembrava dimenticata: misericordia.
Ci lascia un uomo, ma resta il suo esempio. Papa Francesco non era solo il Pontefice della Chiesa cattolica. Era il fratello universale, il custode delle coscienze, il testimone della tenerezza di Dio.
Riposa in pace, Papa Francesco. Il tuo popolo non ti dimenticherà mai.

Salve sono una manager esperta in comunicazione, che punta sull’innovazione e la ricerca, il mio settore è legato alla sfera moda anche se la mia cultura e il mio spirito di osservazione mi portano ad avere sfaccettature che sinergicamente si avvicinano all’arte, alla musica e a tutto ciò che svela la nuova tendenza. Adoro il mondo del Fashion che coltiva la cultura e le tradizioni: incantata dalla genialità di un Alexander McQueen e dall’eleganza innovativa di un Jean Paul Gaultier. Sono una sognatrice autentica che crede che le passioni sono l’alimento per concretizzare i sogni, amo viaggiare,visitare musei, conoscere e documentarmi sempre….