Ezio Bosso, se n’è andato via lasciando un grande vuoto colmo di tristezza che si mescola con il grande amore che da sempre divulgava attraverso la sua musica. Un paladino combattente che nonostante fosse travolto dalla grande sofferenza che l’aveva colpito, riusciva a trasformare in energia positiva, la sua forza era indescrivibile, anzi, non lo era, lo è ancora oggi che Lui non c’è più.
Ezio ha continuato a combattere fino alla fine dei sui giorni con il coraggio di un leone. La musica, la sua più grande passione, la sua ragione di vita, l’aveva spinto a sfide sempre più grandi. A trasformare ogni sconfitta del corpo in una rinascita dello spirito. Lo scorso settembre aveva dovuto dire addio al pianoforte, le sue dita non rispondevano più bene, i dolori a forzarle sui tasti si erano fatti insopportabili. Niente più piano ma avanti con la sua orchestra, la Europe Philharmonic, con cui lo scorso gennaio aveva tenuto le ultime trionfali serate all’insegna di Beethoven e Strauss al Conservatorio di Milano per la Società dei Concerti. Nonostante il suo fisico già molto provato, nulla poteva fermare la sua forza interiore che lo delineava perennemente come essere ribelle e fiero, appena veniva issato dalla sua carrozzina al predellino del direttore, Bosso si trasformava. Alzava la bacchetta e accendeva la musica dando davvero tutto se stesso, le sue note erano magia avvolgente in grado di contaminare indistintamente tutti.
Assistere a un suo concerto, a una sua prova era un’esperienza bellissima perché ci si rendeva conto di quanto amore lui trasmettesse ai suoi musicisti, senza concedersi pause, senza mai accontentarsi, senza smettere anche quando era chiaramente esausto. Ezio era vivo perché faceva musica. Immemorabile più che mai la sua presenza a Sanremo nel 2016, quindici minuti potentissimi, che non diedero spazio alla sua malattia neurologica degenerativa bensì alle emozioni generate dal brano “Following a bird”, eseguito al piano e tratto dal suo album “The 12th room”, uscito ad ottobre del 2015. In ultimo alla fine della sua esibizione si rivolse al pubblico con queste parole: “La musica è come la vita, si può fare in un solo modo, insieme“. Ezio Bosso conquistò la seconda serata del Festival donando brividi ed emozioni che resteranno nella storia.
In quel frangente diede una lezione di vita a tutti, articolando in un messaggio carico della sua consueta positività uno dei suoi meravigliosi pensieri sul significato di una vita che a lui aveva apparentemente voltato le spalle: “Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. La vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi“. Una certezza che nasce dalla piena consapevolezza dell’onestà con la quale ci si pone di fronte a ciò che si vuole esprimere, creare, lasciare e non solo. Un artista e un uomo Ezio Bosso che resterà nel ricordo di molti, una concreta essenza che continuerà ad aleggiare nell’aria, un’anima colma di amore che continuerà a vivere nel cuore di tutti.
Writer
Gabriella Chiarappa
Salve sono una manager esperta in comunicazione, che punta sull’innovazione e la ricerca, il mio settore è legato alla sfera moda anche se la mia cultura e il mio spirito di osservazione mi portano ad avere sfaccettature che sinergicamente si avvicinano all’arte, alla musica e a tutto ciò che svela la nuova tendenza. Adoro il mondo del Fashion che coltiva la cultura e le tradizioni: incantata dalla genialità di un Alexander McQueen e dall’eleganza innovativa di un Jean Paul Gaultier. Sono una sognatrice autentica che crede che le passioni sono l’alimento per concretizzare i sogni, amo viaggiare,visitare musei, conoscere e documentarmi sempre….