Se le donne fossero come libri aperti, da sfogliare pagina dopo pagina, altrettanto lo sarebbero le vetture del Cavallino Rampante: esigenti, sinuose e performanti, tutte da scoprire.
In questo periodo, nonostante le restrizioni sempre più stringenti sulle auto a motore endotermico, la passione per le Rosse sta dilagando, coinvolgendo anche donne che, potendoselo permettere, non esitano a sfrecciare per le vie del Quadrilatero a Milano o a concedersi un track-day a tutto gas a Monza.
Sono numerose, e il loro numero cresce costantemente, soprattutto tra le puriste, donne che amano ancora la guida vecchio stile, fatta di frizione, acceleratore e fragranze miste di benzina e pelle dei sedili, da abbinare ai loro preziosi profumi Creed o Amouage.
Queste donne e le loro Ferrari sono unite non solo dalla capacità di farsi notare prepotentemente al passaggio, ma anche da un’amicizia indissolubile, quasi una sorellanza che sfida lo status che finora ha imposto l’utilizzo delle auto sportive in modo prettamente maschile.
Per una donna, non è certo facile creare un legame con un’auto del genere. Non sono molte quelle che possono apprezzare la rude esuberanza, l’eccessivo calore nell’abitacolo o il rischio di spezzarsi le unghie cercando invano di aprire la portiera di una 348, magari sminuita dall’ex presidente Montezemolo ma guidata con fierezza da numerose attrici nei film di Carlo Vanzina.
Eppure, è innegabile che tra donne e Ferrari esista una forte attrazione, non solo determinata dal senso estetico condiviso, ma anche dalla voglia di correre e di emergere sempre di più nelle sfide quotidiane.
A onorare questo connubio conturbante, la Galleria Ferrari a Maranello ha patrocinato una mostra aperta al pubblico alcuni anni fa, dedicata alle donne e al Cavallino. Una serie di foto e auto d’epoca testimoniano come il gentil sesso abbia “accompagnato” per sessant’anni queste affascinanti vetture nelle località più ambite del mondo.
Dalle formose curve di Brigitte Bardot alle nobili signore delle località montane più in voga, fino agli assi del volante come Prisca Taruffi, figlia dello storico pilota Piero Taruffi. Quest’ultimo, con la sua speciale 315 S con telaio 0684, vinse la Mille Miglia nel 1957, dando vita alla mitica “535”.
Non solo donne sportive, ma anche regine dell’eleganza, come Yvette Labrousse, quarta moglie del principe Aga Khan, immortalata alla guida della sua 250 Spider a Cannes.
Le vetture blasonate per principesse reali, come la 250 SWB modificata per Maria Gabriella di Savoia o il modello speciale di 250 GT coupé richiesto da Liliana de Rethy a Enzo Ferrari nel 1957, ritratta di fronte all’esclusivo Hotel Miramonti di Cortina d’Ampezzo.
La rivista testimonia anche l’impegno di altre attrici mozzafiato, immortalate accanto alle loro “red passion” come Jane Mansfield, appoggiata alla nonna dell’F40, la mitica e supersportiva 250 LM.
Tenniste, Miss Universo, modelle e l’intera élite femminile del jet set che ha posseduto almeno una Ferrari, per sfizio o per passione, sono fortemente documentate nella mostra che Ferrari ha voluto allestire per gli appassionati, confermando ancora una volta il motto “per molti ma non per tutti”.
Mauro Modena
Nato a Milano il 9 Agosto 1974, ha conseguito studi ed esperienze lavorative di progettazione meccanica. Agli inizi del 2000 quasi per gioco coltiva l’hobby della scrittura, divenendo inaspettatamente giornalista pubblicista. Ha collaborato con svariati quotidiani scrivendo di cronaca e inchiesta, nonché con magazines mensili dedicati alle auto storiche per via della sua passione per il collezionismo automobilistico di nicchia. Oggi lavora in una fondazione nel centro di Milano, ma non appena il tempo glielo consente, ne approfitta per condividere notizie ed opinioni. La sua citazione preferita, come un mantra, la ruba al celebre film “Scent of woman,” in cui Al Pacino, nei panni di un colonnello non vedente dell’esercito, risponde alla domanda del suo giovane badante sull’ammirazione che ha delle donne: “Le donne le amo sopra ogni cosa. Al secondo posto, ma con lunga distanza… c’è la Ferrari.” Carpe Diem.