Intervista a Simone Tomassini

Eleonora Ono
Per le nostre interviste di Wonderyou Magazine, oggi abbiamo il piacere di dialogare con Simone Tomassini, noto cantautore italiano.

Hai sempre raccontato di aver perso la direzione a causa di una situazione difficile nella tua vita, dopo la morte di tuo padre e di tuo nonno: ecco, cosa ti ha fatto riprendere la rotta?

Nel 2008 avevo ottenuto tutto!
Sanremo, Festivalbar, dischi d’oro e le aperture ai concerti di Vasco ma quando sono morti loro non mi interessava più nulla . Ho regalato il mio primo concerto nel mio paese proprio ricordando mio papà e mio nonno il giorno 06/07/08 . Mi sentivo perso, inutile e volevo anche smettere di cantare. Ma grazie a Riccardo Pellizzari (all’epoca era assessore e oggi è diventato il Sindaco del mio paese) e alla giunta di quel momento ho realizzato il concerto/ evento.

Volevo chiudere la mia carriera proprio quella sera lì da dove erano iniziati tutti i miei sogni , davanti alla mia scuola elementare e media . Ero distrutto umanamente e non riuscivo più a rialzarmi. Volevo chiudere “ in bellezza” così … Ma proprio quella sera , a casa di Riccardo (che mi aveva concesso la sua casa come camerino) è successa la “magia”.

Un ragazzo su una sedia a rotelle raggiunge la casa di Riccardo con la sua fidanzata ( che spingeva la carrozzina) e mi vuol parlare prima che inizi il concerto e mi dice : “ sai Simo, grazie alla tua canzone “ Niente da perdere” ogni volta che la ascolto io chiudo gli occhi e mi sembra di correre ancora nei prati!!! E aveva il mio Cd sulle sue gambe. Bene . Avevo capito che non avevo capito nulla della e dalla vita! E da quel giorno non solo sono più forte di prima ma ho aggiunto una parola importante alla mia storia :
TOMASSINI il mio cognome !
Da quella sera è nato un nuovo me:
Simone Tomassini !
Una M e due SS!

Quanto è fondamentale la sinergia musicale ai fini della creazione di una canzone o di un arrangiamento?

Sentendo certe canzoni del passato ho sempre pensato che le parole fossero perfettamente incastrate con la melodia . Io ci provo. Spero di riuscirci sempre

“1928” è una canzone dedicata a tuo nonno e a tutti i nonni; se lui, Felice, fosse qui oggi, nel 2024, cosa gli diresti?

Intanto se lui fosse qui prenderei la macchina caricherei mia figlia Charlotte e lo porterei all’inizio dei boschi del mio paese parcheggerei e ci farei una camminata infinita come facevamo quando ero bambino che mi raccontava tutte le sue avventure.
Gli chiederei semplicemente: Nonno, tu che eri avanti anni luce rispetto a tutti gli altri , te lo immaginavi davvero così il futuro del mondo? E poi lo abbraccerei fino a farmi mancare il respiro

 

Simone Tomassini

 

Qual è la tua tecnica di scrittura dei testi?
I miei testi devono trasmettere un significato ben preciso, devono emozionarmi per poi poter emozionare . Non ho mai scritto un testo giusto per… cerco sempre la chiave giusta per dare il giusto valore al senso di quello che voglio dire. A volte creo la storia e poi scrivo il sottotesto di tutto quello che voglio dire e poi … cerco ispirazione partendo da me e dalle mie esperienze o , a volte , mi piace inventare storie dove cerco sempre la positività, il lieto fine. mi piace così !

In che modo pensi sia possibile allargare la cultura musicale ai giovani ragazzi?

Facendoli appassionare . Raccontandogli del passato di chi ha reso grande e unica la musica . Facendoli innamorare di valori di stimoli di avventure di storie di curiosità . È questo quello che faccio nella scuola che ho creato al mio paese che si chiama “ Simonelab” un laboratorio di piccoli ( per me grandi, ma sono di parte ) talenti .

 

Simone Tomassini - Il mondo che non c'è - Live Festivalbar 2004 Arena di Verona (HD)

 

Riflessioni sulla Carriera

Nel 2004, con “È stato tanto tempo fa”, hai partecipato al Festival di Sanremo. Oggi, dopo quasi 20 anni, ci ritorneresti?

Mi piacerebbe tantissimo tornarci . Ma con un progetto preciso non tanto per andarci . Deve essere la “ canzone” quella che mi rappresenta. Il mio vestito attuale . Ci ho provato qualche anno fa con “Charlot” una canzone incredibile per me . Ci avevo lavorato 2 anni interi.

Il testo è di CHARLIE Chaplin perché la famiglia e chi detiene i diritti mi avevano concesso di poter accedere all’archivio dei suoi aforismi. Ed è nata la magia . In più ho duettato con Kiera Chaplin , sua nipote , donna meravigliosa dalla sensibilità rara. Sto ancora elaborando il “ no” di Amadeus. Sarebbe stato uno Show nello Show . Peccato

Faresti qualcosa di diverso?

Certo. Vorrei proporre un qualcosa di innovativo, emblematico . Riuscire ad andare oltre le mode del momento e creare una “chicca” … chissà

Raccontaci l’episodio più esilarante dell’apertura dei concerti di Vasco Rossi.

In realtà prima delle sue aperture : il giorno che gli ho stretto la mano per la prima volta : gli ho detto “ Vasco io mi chiamo Simone piacere” e lui mi ha risposto :”Lo so!” Ecco in quel momento sapere che Vasco sapeva chi fossi è stata una delle cose più emozionanti della mia vita.

 

Simone Tomassini

 

Quanto e in che modo ti ha ispirato Vasco Rossi nei tuoi testi e nella tua produzione?

Lui è “ispirazione”. Pensa che quando è mancato mio papà e mio nonno dopo qualche giorno ho preso la macchina e sono andato a Genova alle prove del suo tour 2008 perché avevo bisogno di abbracciarlo. Mi ricorderò sempre le sue parole e i suoi consigli. Ve ne dico uno su tutti : “L’impossibile l’hai già fatto, ora fai il “possibile”.” Da tatuarsela!

Opinioni sulla Musica e la Società

Che direzione sta prendendo la musica del terzo millennio?

Una direzione strana. Sto cercando di “capire” le nuove generazioni. Non vanno subito attaccate o demonizzate ma prima di giudicarle vanno quanto meno capite. La curiosità nell’arte smuove arte. Se sei fermo ai tuoi stessi pregiudizi non avanzerai mai , ne nella vita e soprattutto nell’arte. Trovo dei giovani interessanti, altri meno. Quelli che inneggiano alla violenza, ai soldi, al sessismo e a tutte quelle forme “chiuse” non mi piacciono e mi spaventano. Chi è artista ha un potere immenso. Il potere di comunicare.Non importa se lo fai a 10 persone o a milioni di persone. Hai la stessa responsabilità.

E se riesci a capire questo devi stare molto attento al messaggio che vuoi trasmettere e dare. Soprattutto quando parli alle nuove generazioni. Anch’io nel 2005 scrissi: “ Quando sei ragazzo” e cercai di far capire il mondo dei ragazzi degli adolescenti. E’ importante che chi oggi si rivolge a loro abbiamo quanto meno la consapevolezza del messaggio che deve trasmettere.

 

L'Italiano - Simone Tomassini (Video Ufficiale)

 

Con il brano “L’italiano” di Toto Cutugno, presentato in gara al Festival di Sanremo nel 1983, ci hai fatto rivivere tutto in un secondo. Cosa significava essere italiano all’epoca?

Quella era l’Italia del dopo guerra quella che si stava ricostruendo . Quella del mondiale 82 con i goal di Paolo Rossi. L’italia di Pertini, L’italia dei nostri nonni che ci avevano liberato dalle guerre. Era l’Italia che aveva il tricolore cucino nel cuore. E ogni volta che la canto mi rivedo, bambino, a sventolare la bandiera con i miei amici e a imitare l’urlo di Tardelli. L’Italia è un paese meraviglioso. Sotto tutti i punti di vista. Se solo ci accorgessimo un po’ di piu…

 

Simone Tomassini

 

Come pensi che la musica cambierà con l’intelligenza artificiale?

Ho voluto sperimentare, studiare e capire. Credo che la curiosità smuove tutto e soprattutto ti permette di non aver paura o giudicare una cosa senza prima averla conosciuta. Di mio sono un curioso, sperimento , creo, cado e mi rialzo. L’intelligenza artificiale può aiutare davvero se usata in modo intelligente.

Pensa ridare la vista o far camminare una persona che non può più farlo o rendere immortale un opera. Ecco io sono pro- AI se viene usata nel modo corretto. Con “ Sono vivo” ovviamente era anche una provocazione per far dire “ sono Vivo2 a chi di vivo non ha davvero nulla: Boombay lo abbiamo creato noi dal computer.

Oggi si parla molto di nostalgia nella musica, con molti artisti che ritornano agli anni ’80 e ’90. Come vivi questa tendenza?

La musica è immortale. Negli anni 80 e 90 abbiamo vissuto la vera e propria rivoluzione musicale iniziata negli anni 50 dal rock’n roll. Purtroppo sono generi immortali e anche se c’è molta sperimentazione non si può non attingere da li. Se pensi che per fare un pezzo in quegli anni ci impiegavano 6 mesi. Ora tempo 5 minuti è pronto… follia!

Domande Divertenti e Spiritose

Qual è il momento più divertente che hai vissuto durante una tournée?

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2005 Sono in tour nei vari palazzetti e locali d’Italia e noto ad ogni data un ragazzo con gli occhiali scuri che si posiziona sempre nello stesso punto senza cantare neanche una parola di una mia canzone ma sempre faccia scusa e incazzata. Una sera , a Torino , alla fine del concerto, lo vedo in fila per gli autografi.

Mi si avvicina e io , curioso gli chiedo: “ Ma scusami perché vieni ai miei concerti se non conosci e non canti neanche una parola o non partecipi al concerto? E lui con aria spocchiosa mi guarda, abbassa gli occhiale e mi dice: Guarda Simone, molto sinceramente la tua musica mi fa schifo (non è proprio questo il termine che ha usato), ma, ai tuoi concerti, è pieno di ragazze bellissime e io vengo per cercare di conoscerle!!! Ahahahah Ho riso per mezz’ora.

Se potessi collaborare con qualsiasi artista, vivente o no, chi sceglieresti e perché?

John Lennon e Yoko Ono. Impossibile ovviamente , ma da lui ho preso molta ispirazione musicale e anche da Yoko. C’è stata una rivoluzione all’interno di Lennon da quando è arrivata lei nella sua vita. Poi Ian Gillian il cantante dei Deep Purple. L’ho mangiato a furia di studiarlo per capire dove poter arrivare con la voce. Lui per me è IL CANTANTE .
Di italiano Luca Carboni sarebbe per me un sogno. Luca è la poesia, la tenerezza, la dolcezza e la capacità di essere sensibile all’inverosimile (Gli autobus di notte è il CAPOLAVORO con la C maiuscola)

C’è un aneddoto particolare che ricordi con affetto riguardo ai tuoi primi passi nel mondo della musica?

Si. Avevo fatto Sanremo e una Tv locale Siciliana mi aveva invitato come ospite. Prendo l’aereo arrivo a Catania, scendo dall’aereo e mi si avvicina un signore di mezza età che mi dice con accento siciliano: Simone, sei fortissimo ho tutti i tuoi cd! Io un po’ imbarazzato lo guardo e gli dico: Ma io ho fatto solo un singolo. E lui guardandomi dritto negli occhi mi dice : “ Quello c’ho!!!!” Fantastico!

 

Simone Tomassini

 

Domande Intriganti e Personali

Qual è il brano del tuo repertorio a cui sei più legato e perché?

Ho scritto una canzone. E’ la canzone perfetta per me. Sono riuscito a metterci dentro tutta la mia vita. E “ Il Momento “ che ho dedicato a mio padre. Sono due brani che mi hanno letteralmente salvato la vita e quando sono un po’ giù li riascolto e riparto più forte di prima!

Se dovessi descrivere la tua carriera con una canzone, quale sarebbe?

“Il mondo che non c’è”, la mia carriera è li ancora che lo vuole, che lo sogna e che lo aspetta. E ci arriverò ne “Il mondo che non c’è”.

Che consiglio daresti al Simone di vent’anni fa?

Di essere meno “ credulone” . Di imparare che non tutte le persone che ti girano intorno ti vogliono bene veramente e soprattutto non hanno sempre buone intenzione. Insomma gli direi di essere un po’ piu’ “ furbetto” e “ attento”. Lo sto già facendo con mia figlia Charlotte

Qual è il tuo più grande sogno non ancora realizzato?

Scrivere una colonna sonora per un film drammatico. Ho sempre sognato di farlo. Prima o poi la realizzerò. Il mio mito era Bruno Martelli di “Fame, Saranno famosi”. Io sognavo di fare le colonne sonore ma non di fare il cantante. Il caso lo ha voluto. Ed eccomi qui.

 

Sono Vivo - Boom Bay feat. Simone Tomassini (Lyrics Video)

 

Qual è il tuo rituale pre-concerto?

Mi piace concentrarmi sulle parole delle mie canzoni. Su quello che voglio trasmettere. Su ciò’ che voglio dire al pubblico con la mia musica e con i miei occhi.
Poi saluto i mie “ angeli” in un modo mio particolare. E’ un segreto. Simo

Hai qualche scaramanzia particolare?
Devo sempre indossare una bandana sul polso. Per me è l’essenziale. E’ il mio segno di distinzione. La bandana rappresenta il mio legame con la musica. Pensa che quando avevo 13 anni mi ero autochiamato “ Ian bandana” ( in onore d Ian Gillian)

Queste domande coprono vari aspetti della vita e della carriera di Simone Tomassini, permettendo di esplorare la sua personalità, le sue esperienze e le sue opinioni in modo interessante e coinvolgente.


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