Lorenzo Di Lucchio, artista delle emozioni in fotografia

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Lorenzo di Lucchio fotografo

In questa breve intervista vi raccontiamo chi è Lorenzo Di Lucchio ed in che modo trasforma le emozioni in fotografie o viceversa le fotografie in emozioni

Chi è Lorenzo Di Lucchio?

Ho scoperto l’arte della fotografia, all’età di 16 anni, in seguito acquistai la mia prima Nikon FE2, scattavo foto solo per curiosità e per divertimento, in seguito questa passione è cresciuta con me.

Un giorno durante un viaggio da Milano a Roma, incontrai per caso in treno Silvano Agosti, regista, sceneggiatore, montatore cinematografico, autore di documentari e lungometraggi, vedendo le mie foto, mi consiglio e mi indirizzò al ritratto. Dai paesaggi cominciai ad appassionarmi ai visi, agli sguardi, ai corpi e a tutto ciò che lascia una traccia di comunicazione corporea. 

All’età di 22 anni ho iniziato a lavorare a Milano come professionista, spostandomi poi in giro per il mondo, USA, Europa, Asia, Russia. Nel 1997 ho conosciuto Helmut Newton a Montecarlo, non lontano dalla mia città Sanremo, e abbiamo avuto una collaborazione; mi ha ispirato molto nel mio modo di vedere la fotografia.

Successivamente ho conosciuto anche David Hamilton, iniziai a collaborare a Saint Tropez, e anche il suo stile rimane uno dei miei preferiti.
Oggi lavoro come freelance, gli scatti si approcciano a stili diversi, amo da sempre sperimentare, Boudoir, Nude art, nature morte, paesaggi, ritratti e altro ancora… Un viaggio con tanta fantasia che non hai mai fine.  Sempre con la mia Nikon D850. 

Lorenzo Di Lucchio, artista delle emozioni in fotografia

Come nasce la sua passione per la fotografia?

La Passione nasce sempre dalla curiosità di scoprire e creare qualcosa di tuo. Mia madre vide in me questa curiosità creativa e mi regalò una piccola macchina fotografica, da lì cominciai a cimentarmi in questo mondo allora magico, scatto, sviluppo e stampa, quell’attesa che ti eccitava nel vedere pronto ciò che avevi visto con i tuoi occhi.

Poi durante il servizio di leva conobbi un compagno d’armi che aveva una bella macchina fotografica e guardavo le sue tecniche che mi incuriosirono molto, quindi mi insegnò ad usare al meglio la macchina fotografica e i suoi trucchi. Il resto lo vedete oggi nei miei scatti.

Quali sono le sue fonti d’ispirazione?

Inizialmente le mie fonti d’ispirazione erano i panorami, poi gli animali e l’oggettistica, fino ad arrivare al ritratto e il corpo umano, dove la donna mi dà ispirazione in tutte le sue forme.

Qual è il suo obiettivo quando scatta una foto?

Il mio obiettivo primario è un 50 mm. 1,4, scherzi a parte, il mio obiettivo è appagare me stesso prima di tutto, mi rende felice vedere quello che sono riuscito a creare e a trasmettere. 

Trasmettere un’emozione. Non fotografare le cose come appaiono ma fotografarle come le sento.

Mi piace pensare che il mio scatto guardato da altri occhi possa lasciare un segno, emozionare chi lo guarda, ma ancor di più chi è stato ritratto. Una donna che si fa ritrarre spesso lo fa per autostima, vedersi bella e libera. Ed è anche un’ottima terapia.

Lorenzo Di Lucchio, artista delle emozioni in fotografia

Quali sono i suoi soggetti preferiti e perché?

Ovviamente la donna, amo le donne e le rispetto e se posso soddisfare le loro esigenze, ne sono felice, tutto questo mi rende orgoglioso. 

Fotografie in posa: sì o no?

Beh dipende da che lavoro bisogna effettuare, io comunque prediligo  il soggetto non statico ma dinamico…amo cogliere la spontaneità e la naturalezza di un soggetto.  

Il bianco e nero è fondamentale perché esprime l’essenza delle cose, senza distrazioni?

Ovviamente il bianco e nero è stato per forza la prima fotografia, non esisteva il colore. Anche qui dipende da cosa si vuole raccontare, si parte dal presupposto che la fotografia interpretata come arte può essere espressa in varie forme, a volte in colore e a volte in bianco e nero.

Personalmente a me piace il bianco e nero, con le sue sfumature di grigio, che sono 16 quelle che l’occhio umano può distinguere e non 50. (riferito al film), il bianco e nero focalizza di più il soggetto tra luci, ombre e contrasti, il colore emoziona diversamente.

Possiamo definire l’occhio del fotografo alla misura di un ‘terzo occhio”?

Personalmente il terzo occhio è più un esoterismo, è ritenuto un organo capace di percepire realtà invisibili situate oltre la visione ordinaria. Invece il mio occhio fotografico nasce dal mio animo, viene visualizzato nella mia mente e poi riprodotto tramite l’obiettivo della mia macchina fotografica.

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Lei ha eseguito numerose fotografie di nudo con le quali ha partecipato a mostre collettive e ha realizzato anche mostre personali. Ma per lei, che cos’è la nudità?

 Per me è semplicemente libertà.

Mi interessa il nudo comunicativo e non comunicare con il nudo. Che il corpo sia nudo o in lingerie o che si tratti di una nudità implicita come nel boudoir, il nudo è solo una condizione materiale, che diventa volgarità se non c’è la nudità dello sguardo. Il corpo e lo sguardo devono essere sinceri, coordinati tra loro, il corpo si priva di pudore e torna alla sua naturalezza solo quando è lo sguardo ad essere nudo. 

Lorenzo Di Lucchio, artista delle emozioni in fotografia

Lo scatto giusto al momento giusto, in quanto tempo si passa dal bozzetto alla foto finita?

Tutti vorrebbero sempre lo scatto giusto al momento giusto, spesso però ci vogliono molti scatti per arrivare a quello perfetto, si può fare semplicemente creandolo.

Poi per sviluppare lo scatto e portarlo finito ci vuole almeno un’ora, a volte anche mezza giornata, dipende.

  Il mio motto è “La tua immagine nel tempo… i ricordi nella tua immagine”. In poche parole la fotografia è l’unico mezzo per fermare il tempo, l’attimo, e col passare degli anni i ricordi riemergono da quello scatto inalterati.  Questa è la fotografia, pura magia.

Ha notato delle evoluzioni nelle foto di ieri e in quelle di oggi?

 Si può dire che c’è sempre un rincorrersi, ispirarsi sempre ai grandi maestri, ma bisogna sempre avere il proprio stile e distinguersi. Diciamo che le tecniche fotografiche sono sempre le stesse.

Oggi è cambiata la tecnologia, purtroppo con i nuovi cellulari accessoriati di fotocamere con milioni di pixels e vari filtri aggiuntivi, oggi tutti si sentono professionisti della fotografia, penalizzando il lavoro di fotografo professionista. Quindi solo chi se ne intende o apprezza l’arte, conosce il valore dello scatto d’autore, che può solo ed esclusivamente avvalersi di un fotografo professionista.

Writer
Camilla D’Agostino


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