Il Teatro alla Scala e il suo Corpo di Ballo, il Sovrintendente Dominque Meyer e il direttore del Ballo Manuel Legris, si uniscono al lutto del mondo della danza per la scomparsa di Pierre Lacotte, grande ballerino e coreografo, figura di riferimento della danza del Novecento, considerato uno “specialista” della ricostruzione di balletti del repertorio romantico, avvenuta ieri, 10 aprile.
La sua prima presenza in Scala risale al 1951, come interprete del pas d’action da La Bella addormentata – divertissement di Serge Lifar con il Balletto dell’Opéra di Parigi ospite del nostro Teatro.
Il Balletto scaligero ebbe l’onore di presentare, in apertura della Stagione 2005-2006 la sua famosa ricostruzione di La Sylphide, mentre nel 2007 fu il Corpo di Ballo del Teatro Bol’šoj di Mosca, ospite del Teatro alla Scala agli Arcimboldi a presentare, tra i vari titoli in programma, per la prima volta in Italia La Fille du Pharaon, con regia e coreografia di Pierre Lacotte sul modello dell’omonimo balletto di Marius Petipa (1862).
Proprio in occasione della presentazione di La Sylphide alla Scala, Pierre Lacotte aveva seguito le prove, partecipato al tradizionale appuntamento di incontro con il pubblico, e scritto un testo per il nostro programma di sala, a testimonianza della sua passione e dell’entusiasmo che ha dedicato al suo lavoro di ricerca.
Un profondo legame unisce il direttore del Ballo Manuel Legris a Pierre Lacotte, figura importante e presente durante tutto lo sviluppo della sua vita artistica e la sua carriera fin dagli esordi all’Opéra di Parigi come professeur, poi come coreografo e ricostruttore, di cui è stato uno degli interpreti d’elezione di titoli rappresentati in tutto il mondo (proprio nella sua Sylphide Legris danzò alla Scala ospite nel 1989 accanto a Monique Loudières e il Tokyo Ballet) e creazioni come Paquita.
Un legame mai interrotto: nella prossima edizione del Gala Fracci, infatti, fra i brani del programma pensato da Legris il prezioso passo a due dal secondo atto di Le Papillon, l’unico balletto coreografato da Maria Taglioni, che Lacotte aveva ricostruito per l’Opera di Parigi del 1976 e che alla Scala fu presentato la prima volta nel 1977 all’interno di “Serata a tre”: accanto a James Urbain, la stessa Carla Fracci.