Raccontaci com è nata la volontà di divulgare la poesia?
La poesia di strada non è una mia invenzione, ma un movimento già consolidato quando ho iniziato a scrivere, nel 2014. Mi sono inserito nel flusso leggendo proprio altri che già facevano quello che poi avrei continuato anche io: portare i versi per le strade delle città.
La volontà nasce quindi leggendo altri autori e volendomi inscrivere nel loro stesso microcosmo, per dare “concretezza” alla poesia e farla
appartenere alla quotidianità delle persone.
In che modo questa forma d’arte è stata una salvezza e da cosa ti ha allontanato?
Ho iniziato a scrivere da adolescente, uno dei momenti di maggiore fragilità per un essere umano. In quel periodo stavo iniziando a capire
alcune importante dinamiche sociali ed emotive che muovono le persone, e fare poesia mi ha aiutato a sviscerare alcuni temi importanti, anche
chiarificando alcune emozioni che provavo: direi dunque che essa mi ha salvato dal “baratro” in cui si rischia di cadere da ragazzi, prendendo
le strade sbagliate e perdendosi. Più che allontanarmi da qualcosa, quindi, direi che la poesia mi ha avvicinato alla comprensione del mondo
e di me stesso, di quello che mi piace e di quello che vorrei diventare.
Perché scegliere proprio un luogo come “la strada” per scrivere poesie?
La strada è il cuore pulsante della vita della città: è il luogo in cui ci si incontra e in cui ci si saluta. La poesia fa parte di questa convivialità legata alla strada. Essa è di tutti ed è a disposizione di tutti, e quindi si trova per strada: come le panchine, le fontanelle e i
pali della luce. Il movimento della poesia di strada intende far riscoprire alle persone il fascino della poesia facendola uscire dai
libri. Essa può trovarsi ovunque, dove uno meno se l’aspetta.
Elenca tre poeti o poetesse preferiti/e e la loro motivazione al seguito
Vivian Lamarque: Premio Strega poesia 2023, davvero una bella scoperta. Mi piace perché con un lessico davvero semplice e in apparenza infantile (ha più di 70 anni) riesce a esprimere concetti di una profondità rara.
Gianni Rodari: è un mago delle parole. La gente sottovaluta i suoi versi credendo siano scritti soltanto per i bambini. In realtà farebbe bene
leggerli anche a parecchi adulti.
Trilussa: Millenni di storia e folclore romano condensati in un autore. La saggezza disincantata e ironica dei suoi versi racconta non solo la
città eterna, ma alcuni tratti archetipici dell’uomo stesso, anche quando a tale scopo vengono usati gli animali (antropomorfi per i tratti
interiori più che per quelli esteriori)
Nel terzo millennio sembra sia difficile coltivare la noia e la solitudine a causa di continue distrazioni esterne. Invece, tu che
legame hai con questi momenti e cosa fai in questi casi?
Il titolo di un giornale che ho letto di recente recitava proprio “Benedetta Noia”! Siamo diventati incapaci di annoiarci. Sempre in cerca di stimoli, di qualcosa da fare e da guardare. Non è una critica agli altri, anche io faccio questi (che io reputo) errori e sto cercando di
educarmi alla consapevolezza e a un po’ di sano e vecchio “far nulla” quando non c’è nulla da fare. Penso sia un aspetto importante da recuperare nelle nostre vite. È deleterio cercare e trovare sempre stimoli, di continuo. È anche estenuante.
Ci sono altre forme di arte di cui sei appassionato?
Dipende sempre cosa intendiamo per arte. Comunque, per restare nel “canonico”, mi piace guardare film fatti bene (Fellini e Tarantino tra i
miei registi preferiti) e sono sempre stato attratto dalla musica, infatti quando posso acquisto degli strumenti musicali che però non riesco mai a suonare perché mi è difficile dedicarci del tempo.
Cosa vuol dire essere un “poeta” nel terzo millennio?
La poesia è sempre la stessa. È continuare il canto che ha iniziato qualcun altro. Quando scriviamo iniziamo leggendo quasi sempre i versi di altri poeti, vissuti in altre epoche. E nei nostri versi richiamiamo loro e il loro tempo. Oggi non si può pensare di vivere meramente di poesia, né di diventare famosi, un giorno, grazie a essa perché è una forma d’arte altamente impopolare. Chi scrive, dunque, deve farlo sapendo che non è una skill vendibile, anzi è quasi un peso per la società, ma è comunque super worth perché eleva l’anima e consente di guarire. Si può davvero trovare uno scopo di vita nella poesia. Poesia deriva dal greco “poiesis”, “creare”, e chiunque può trarre giovamento
nell’atto di creare qualcosa di nuovo e di suo: ancor più se poi questo qualcosa è condivisibile con gli altri.
Se avessi la possibilità di parlare con un poeta del passato, cosa gli suggeristi di fare/ di aggiungere di diverso?
Nulla, penso che se non lo abbiano fatto è perché o non ne abbiano avuto l’occasione (e in tal caso non avrebbero comunque potuto aggiungere
nulla di diverso) oppure perché a loro andava bene così. Quindi rispetto le loro scelte.
Come selezioni le tue collaborazioni e con chi ti piace cooperare (musicisti, scrittori, eccetera)?
Sul mondo social per me collaborare con qualcuno vuol dire soprattutto attualmente fare advertising: promuovere prodotti con i miei versi,
nulla di nuovo, lo faceva anche D’Annunzio. Se potessi scegliere, però, immagino che collaborare con altri artisti potrebbe rivelarsi più stimolante che collaborare con le aziende.
Com è stare dall’altra parte della cattedra davanti a studenti universitari? Ti è capitato di rivederti in loro?
Parlare di quello che mi piace fare è sempre bello. Loro sono stati entusiasti di partecipare alle lezioni almeno quanto lo ero io di raccontargli la mia esperienza. Ho provato a riproporlo anche per quest’anno, ma non c’è stata l’occasione di realizzarlo. Chissà, magari in futuro!
Progetti futuri o sogni nel cassetto?
Porto avanti il mio progetto giorno per giorno ed è questo qui, quello della poesia, che poi assume declinazioni e diramazioni sempre diverse. La
cosa bella è proprio la sua imprevedibilità
Cosa si potrebbe fare secondo te, per migliorare questo cosmo?
Scrivere poesie

Cerco notizie ad Ovest Nord Ovest, sono logorroica e amante dell’informazione. Mi occupo di comunicazione, Social Media e speakeraggio radiofonico, mi piacciono le parole perché ognuna di esse racchiude un significato specifico. Nella vita ho sempre cercato di fare più cose insieme per poter imparare e migliorare, ritengo che c’è sempre tempo per trovare le proprie passioni basta perseguire la propria strada!I miei hobby sono la cinematografia, la fotografia e lo sport soprattutto il nuoto e la boxe, almeno per il momento! Il mio posto preferito è sicuramente il mare dove poter fare introspezione e staccare la mente.