La sfilata Fendi Autunno Inverno 2025-2026, andata in scena durante la Milano Fashion Week, è stata una celebrazione di famiglia, memoria e futuro, intrecciati con la consapevolezza di chi sa che l’identità di una Maison è prima di tutto una storia da custodire. A raccontarla, ancora una volta, è stata Silvia Venturini Fendi, direttrice creativa e anima della terza generazione, nel pieno delle celebrazioni per i cento anni del marchio.
Ad aprire lo show sono stati proprio i suoi nipoti, Dardo e Tazio, figli di Delfina Delettrez Fendi e Nico Vascellari. Vestiti di grigio come piccoli uscieri, hanno spalancato un maestoso portone, simbolo di un viaggio che unisce il passato al presente. I loro abiti non erano scelti a caso: erano la replica esatta di quelli indossati da Silvia bambina nella campagna Autunno Inverno 1967-1968, una delle prime collezioni disegnate da Karl Lagerfeld per Fendi. Un cerchio che si chiude e, al tempo stesso, si riapre verso il futuro.
La sfilata ha preso vita nello Spazio Fendi di Milano, concepito come un omaggio agli atelier di via Borgognona a Roma, la casa creativa dove le sorelle Fendi sono cresciute, passando dal gioco al lavoro con la naturalezza di chi respira moda fin da piccola.
Al termine dello show, Silvia si è fermata a baciare la zia Paola e abbracciare la madre Anna: piccoli gesti di affetto che raccontano più di mille parole lo spirito della Maison. «Fendi mi ricorda il futuro» ha detto la designer, spiegando come guardare indietro sia indispensabile per continuare a muoversi avanti.
Memoria e creatività si sono intrecciate fin dall’invito alla sfilata: un album fotografico tascabile, rifinito con le impunture Selleria, che racchiudeva scatti d’archivio dal 1964 al 1977.
Immagini di una giovane Silvia, insieme a quelle della prima collezione firmata Lagerfeld. Non un esercizio nostalgico, ma un modo per ricordare che la storia di Fendi è fatta di frammenti personali e visioni collettive.
In passerella, il racconto si è srotolato come una pellicola che attraversa decenni di stile. La collezione ha mescolato lingerie couture, pellicce leggere e destrutturate, maglieria sofisticata e trasparenze sensuali.
A cucire tutto insieme, una colonna sonora che ha aggiunto emozione: Barry White, Ornella Vanoni, Mina, Franco Battiato. Ogni look raccontava una sfumatura diversa di quella “Fenditudine” che unisce tradizione e sperimentazione.

E poi il cast: un vero ponte tra epoche e bellezze, da Penelope Tree a Deva Cassel, da Eva Herzigova a Mona Tougaard, passando per Adriana Lima, Yasmin Le Bon e Karen Elson. Modelle di ieri e volti di oggi, simbolo di un’eleganza che, in Fendi, è sempre generazionale.

Con questa sfilata, Silvia Venturini Fendi ha firmato un manifesto di appartenenza: Fendi è una storia di famiglia, di memoria che diventa materia creativa, di donne che costruiscono il futuro una stagione dopo l’altra.
È così da cent’anni, e sarà così per quelli a venire. Perché la vera forza di questa Maison è sapere che la moda non è solo un business, ma un patrimonio affettivo, culturale e familiare da proteggere e reinventare ogni giorno.

Salve sono una manager esperta in comunicazione, che punta sull’innovazione e la ricerca, il mio settore è legato alla sfera moda anche se la mia cultura e il mio spirito di osservazione mi portano ad avere sfaccettature che sinergicamente si avvicinano all’arte, alla musica e a tutto ciò che svela la nuova tendenza. Adoro il mondo del Fashion che coltiva la cultura e le tradizioni: incantata dalla genialità di un Alexander McQueen e dall’eleganza innovativa di un Jean Paul Gaultier. Sono una sognatrice autentica che crede che le passioni sono l’alimento per concretizzare i sogni, amo viaggiare,visitare musei, conoscere e documentarmi sempre….