Satnam Singh, il padre del datore di lavoro, ha dichiarato: «La leggerezza di quel bracciante è costata cara a tutti». Questa affermazione solleva riflessioni umane sul rispetto e l’assistenza. Singh aveva avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma questi non ha obbedito. La domanda è, perché non abbia ubbidito? Forse per paura di perdere un lavoro che l’ha strappato alla vita?
Renzo Lovato, padre di Antonello Lovato, titolare dell’azienda dove lavorava Satnam Singh, il 31enne morto dopo essere stato schiacciato da un macchinario avvolgi-plastica a rullo trainato da un trattore, spende parole di rimprovero per il bracciante: «C’è dispiacere perché è morto un ragazzo sul lavoro e non dovrebbe mai succedere. Una leggerezza che è costata cara a tutti».
Tuttavia, Renzo Lovato non menziona che suo figlio non si è preoccupato di soccorrere Satnam Singh, ma piuttosto di buttare il braccio tranciato tra i rifiuti. Mi chiedo come si possa solo pensare a un’azione così terribilmente disumana. Riflettiamo su questo: provo orrore per tutto questo e porgo un pensiero per quel ragazzo che non c’è più e sua moglie Sony.
Il bracciante indiano lavorava nei campi dei Lovato quando il macchinario lo ha ferito gravemente. Satnam Singh, però, non è stato soccorso, ma caricato da Antonello Lovato su un furgone, insieme alla moglie Sony, che lavorava per la stessa azienda. Quando la coppia è stata scaricata, «mentre (il datore di lavoro) scappava, ha buttato dal finestrino una cassetta con dentro l’arto insanguinato», ha riferito la donna ai carabinieri e ai sindacalisti della Cgil. «Ho implorato il padrone di aiutarci, l’ho pregato in ginocchio, ma ci ha fatto salire sul furgone, ci ha lasciati davanti casa ed è scappato».
«Purtroppo è tutto vero. Lavoravano entrambi in nero», ha confermato Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil Frosinone Latina. L’uomo è stato trasportato solo più tardi, in elicottero, al San Camillo di Roma. Le sue condizioni erano compromesse per il trauma cranico e le emorragie. Per troppo tempo la pressione del sangue è rimasta a livelli troppo bassi.
Antonello Lovato, accusato di omissione di soccorso, violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare e di omicidio colposo, è stato ascoltato dai carabinieri: ha raccontato di avere trasportato Satnam Singh, con l’arto amputato, su un furgone a casa. È possibile che la Procura valuti anche il reato di caporalato. Intanto, una parte dell’azienda di Borgo Santa Maria dove è avvenuto l’incidente è stata sequestrata e gli inquirenti hanno disposto l’autopsia del bracciante.
Questa tragica vicenda evidenzia la disumanità e la mancanza di rispetto per la vita umana, sollevando serie riflessioni sulla necessità di un maggiore impegno per la sicurezza e la dignità dei lavoratori.
