Il lido di Venezia pullula ormai di star d’eccellenza da quattro giorni, fino al 7 settembre, per omaggiare l’ottantunesima edizione della mostra internazionale d’arte cinematografica.
Le presenze femminili sono state impeccabili.
Tuttavia, è arrivato il momento di osservare una kermesse tutta al maschile di altrettanta classe e maestria con una goccia di “Belli & dannati”: Alessandro Borghi che accompagna il film “Campo di Battaglia” di Gianni Amelio, Jude Law, con una fascino British ed uno sguardo penetrante, protagonista in “The Order” Justin Kurzel, insieme a Nicholas Hoult.
In seguito, si aggiunge anche Aaron Taylor-Joy, sorprendendo tutti i presenti. Insomma, un parterre da capogiro!
La pellicola in concorso “Campo di battaglia” di Gianni Amelio è ambientata durante la prima guerra mondiale.
Il regista in conferenza stampa ha affermato:
“Siamo circondati da immagini di guerra, siamo abituati a guardare la tv che quasi in diretta manda bombardamenti, feriti, morti Non parlo solo di Gaza o dell’Ucraina, ma anche di immagini di guerra come quella dell’affondamento di un gommone.”
Film che regala tantissimi interrogativi ai quali è difficile rispondere, a causa di un approccio totalmente pungente: mostra gli effetti di una pallottola o di una granata su un corpo di un essere umano.
Alessandro Borghi dice: “Gianni Amelio è un uomo di 80 anni che ha la forza di un barbaro di 20. Abbiamo fatto un film al freddo, a meno dieci gradi in mezzo alle montagne, e non è mai stato seduto. Mi ha ricordato cosa vuol dire essere innamorati dell’idea di raccontare una storia usando il cinema. È stato incredibile. Spero di vedere altri cento film di Amelio”.
Altro rullo in concorso “The Order” di Justin Kurzel con Jude Law e Nicholas Hoult.
La trama narra di alcune azioni criminali di un gruppo suprematista bianco negli Stati Uniti degli anni ottanta.
La svolta si presenta al momento di una valida intuizione di un agente (Jude Law).
Non si tratta di criminali di poco conto ma di un’organizzazione terroristica guidata da un boss spietato, con lo scopo di organizzare una guerra devastante contro il Governo Federale degli Stati Uniti.
Fuori concorso “Why War” di Amos Gitai:
nel 1932 Albert Einstein inviò una lettera a Sigmund Freud, chiedendogli come evitare la guerra.
In effetti, quel manoscritto non ha limiti di tempo, non possiede una scadenza, ancora oggi, purtroppo più che mai, ha la sua valenza.
La razza come la religione sono motivi di guerra e questo cinema – per assurdo – è sempre così reale.
Come disse Freud alla fine della lettera: “ Nel frattempo, possiamo dire a noi stessi: tutto ciò che funziona per lo sviluppo della cultura funziona anche contro la guerra.”
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