Versace sul binario baroque: io c’ero, e vi racconto cosa significa vivere uno show così

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Milano, una sera di fine febbraio. Il cielo è velato, l’aria taglia la faccia, ma io sono qui, davanti a un deposito di tram che per una notte si trasforma nel cuore pulsante della moda. Dentro, mi aspettano 150 metri di passerella, binari storici, tram d’epoca e un’atmosfera sospesa tra industriale e barocco.

Non è una sfilata: è Versace. Ed io c’ero.

Ad accogliermi, panche riscaldate e coperte di lana con l’iconica Medusa stampata sopra. Piccoli lussi che fanno la differenza, soprattutto quando fuori il freddo è tagliente. Poi il silenzio si rompe. Fumo bianco, luci che bucano l’aria, e le voci di Eminem e Lady Gaga che riempiono lo spazio. L’adrenalina sale.

 

Versace

 

La prima modella appare e capisco subito che questa non è solo una collezione: è un viaggio nel tempo e nello stile. Donatella rilegge gli anni ’90 con l’occhio di oggi, mescolando gonne imbottite e mini dress scultura, bustier da diva e blazer sartoriali. È baroque, è teatrale, è puro Versace.

Ed io c’ero, mentre le modelle scivolavano sui binari con quei look che sembravano usciti da un archivio storico, ma con l’energia di chi sa che il passato è solo una scusa per osare di più.

Pizzi lingerie che spuntano sotto cappotti militari, sete fluide che accarezzano la pelle e quelle spalle decentrate — un colpo di scena che sa di nostalgia e provocazione.

 

Versace

 

Anche l’uomo è protagonista (e che protagonista)

Per lui, Versace alza l’asticella: cappotti scolpiti come fossero statue, camicie di seta che ondeggiano al passo, pantaloni che seguono la silhouette senza mai stringerla troppo. Un gioco di contrasti che è l’essenza stessa della maison: rigore e sensualità, couture e street, passato e futuro.

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Versace

 

Versace è Versace. Ed io c’ero.

Alla fine dello show, mentre il fumo si dirada e le luci si abbassano, mi avvolgo di nuovo nella coperta con la Medusa. Penso a quanto è potente essere sé stessi, sempre.

Perché il messaggio è chiaro: Versace non insegue nessuno, non si traveste da qualcosa che non è. Versace è Versace. Ed io c’ero, per testimoniarlo.


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