Troppa Famiglia: sold out a Roma per il film di Di Lallo New

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Sold out al cinema Caravaggio di Roma per l’anteprima e proiezione speciale del film “Troppa Famiglia” regia di Pierluigi Di Lallo con Daniela Giordano protagonista

Sold out e numerosi amici, vip accorsi al Cinema Caravaggio di Roma per la proiezione speciale del film “Troppa Famiglia” preceduta dalla presentazione del giornalista Sandro Sassoli, il film scritto e diretto da Pierluigi Di Lallo, prodotto da Variety Distribution-Explorer Entertainment -Gatto Film, distribuito in Italia e all’Estero da Max Filippini Cameraworks Srl, uscirà nelle sale italiane a settembre e nel mercato internazionale.

Il film esplora le dinamiche familiari, le aspettative dei genitori e dei figli, e come la vita di una famiglia viene sconvolta dalle difficoltà personali e da un evento esterno come la pandemia, costringendoli a confrontarsi con la realtà e a trovare un nuovo equilibrio. Protagonista femminile Daniela Giordano, la storia, sceneggiata dalla stessa Giordano con Riccardo Graziosi e Pierluigi Di Lallo, narra la vicenda di una coppia Felicetta (Daniela Giordano) ed Alfredo (Antonello Fassari) che progettano di iniziare una nuova vita dopo la pensione in Portogallo, ma i figli della coppia (Claudia Potenza, Ricky Memphis, Alessandro Tiberi) anche se adulti e sistemati cercano di scombinare i piani dei genitori. Tra gli altri interpreti Rocio Munoz Morales, Riccardo Graziosi, Pietro Santercole, Ketti Felletti.

Le musiche originali prodotte, arrangiate, dirette da Umberto Smaila e Silvio Amato.
Il protagonista maschile nel ruolo di Alfredo (Antonello Fassari, recentemente scomparso è stato ricordato dalla protagonista e dal regista ed è stata consegnata dal produttore Maurizio Tuccio una targa alla moglie Lorella Bellitti, presente ed emozionata). Un caloroso e lungo applauso al termine della pellicola da parte del pubblico e gli illustri ospiti tra cui citiamo Nini Salerno, Didi Leoni, Francesco Fiumarella, Lena Lessing, Gianni Mammolotti, Eleonora Brown e Catena Fiorello.

Un brindisi finale con un arrivederci da Francesca Piggianelli che ha coordinato l’evento e la comunicazione, annunciando l’uscita nelle sale del film a settembre prossimo.

Per le nostre interviste di Wonderyou Magazine, abbiamo avuto il piacere di parlare con Roberta Giordano, regista, attrice cinema e teatro.

 

Troppa Famiglia

E.: Com’ è stata la sua esperienza nel film “Troppo famiglia” ?
Tutto questo lavoro è iniziato un anno fa. È stata un’avventura davvero piena ed entusiasmante in cui sono stata impegnata come attrice, oltre a ricoprire il ruolo di sceneggiatrice, insieme a Di Lallo e Graziosi. Scrivere congiuntamente è stato sfidante ed elettrizzante poiché ci siamo calati nella storia dei personaggi con passione ed interesse, senza trascurare nessuno.

Interpretare Felicetta, all’interno della pellicola, è stata un’impresa molto bella e arricchente, esperienza entusiasmante ed anche divertente. Il bello di questo progetto è stato indubbiamente il riuscire a lavorare in un team così coeso e ciò, mi creda, non è così scontato. Nella fase creativa, per di più se condivisa come in questo caso, si propongono dei cambi, delle variazioni, si hanno interpretazioni differenti, o meglio, si possiede una chiave di lettura disuguale ed alcune volte si può innescare una difesa dialettica, in cui i dubbi sono consentiti e servono per approfondire e crescere, non solo come individuo unico ma come gruppo.

Infatti, in questo caso, è stato costruttivo anche solo il fatto di condividere un’idea possibilmente idonea e potersi confrontare variando il punto di vista, non è facile, lo capisco, poiché bisogna trovare una grande intesa per farsi che ciò accada; ma se la si trova, e la compagnia di scrittura funziona, è un enorme lusso. Tant’è che il motto classico è: “squadra vincente non si cambia! “

 

Troppa Famiglia

 

E.: Cosa la accomuna al personaggio di Felicetta in “Troppa famiglia” di Pierluigi Di Lallo?
In qualsiasi figura in cui ci si imbatte, una volta che si prende un lavoro, vi è una parte del proprio vissuto, della propria coscienza.
Penso di essere abbastanza diversa e lontana da Felicetta. Mi piace dar voce ai personaggi come se li disegnassi, quasi come se mi guardassi da fuori estraniandomi, per somma di emozioni, sensazioni, reazioni e contingenze, cercando quasi di far diventare quel ruolo seducente ed affascinante permettendo, quindi, alla storia di proseguire. L’elemento di verità non deve mancare.

 

Troppa Famiglia

 

C’è da dire che non ho cercato Felicetta dentro di me, ma ho costruito ex novo (o quasi) un qualcosa che potesse nascere al di fuori del mio vissuto, cercando di dare spazio e voce a quella interpretazione singolare.

In ogni modo, quando vi è un bravo regista, che guida, sostiene ed incoraggia il gruppo di lavoro, tutto diventa miracolosamente più semplice e sostenibile; se ciò permette anche di arrivare al personaggio e darne carne, sentimento e respiro a parole sulla carta, è davvero un altro mondo.

Insieme al regista Pierluigi Di Lallo ci siamo impegnati a rendere la protagonista una donna piena, colma, intelligente, umana, lavoratrice, con guizzo di saggezza in più, senza tralasciare la sfrontatezza, rendendola indubbiamente contemporanea.

 

Troppa Famiglia

 

Una madre coraggiosa ed una moglie sognatrice. Insieme al mio caro amico, da poco perso, Antonello Fassari, mio marito nella pellicola, abbiamo cercato di creare un modello di genitori fuori dal tempo, uscendo vagamente dalla comfort zone, concedendosi qualche momento di riposo, ma senza l’autorizzazione dei figli, a quanto pare, non si va lontano. Non era il contrario?! Ci sarà un momento in cui anche la figura genitoriale può allontanarsi? 
Tuttavia, se si riflette un istante, i figli (forse) non accettano questo desiderio di emancipazione dei genitori, poiché sono loro il vero welfare e, di fatto, la precarietà dell’oggi determina la loro partecipazione attiva.

 

Troppa Famiglia

 

E.: Quanto le aspettative del genitore possono incidere sul futuro dei propri figli?
Bisognerebbe a prescindere eliminare o meglio non considerare le aspettative, perché non sono altro che pregiudizi inflitti sulle altre persone.
Pertanto, si genera una comunicazione errata basata su mere illazioni, desideri mossi da parte dei genitori sul proprio figlio o figlia, senza sapere che quest’ultima/o sta già cercando di creare con le proprie forze un pernale cammino con immensa fatica. Quanto sarebbe ancor più difficoltoso se il percorso non fosse così desiderato ma imposto?

Invece, credo che sia fondamentale ascoltare quali sono i veri desideri dei propri figli e dopodiché sostenerli a pieni polmoni perché sicuramente incapperanno in momenti di dubbio, di caduta ed è esattamente quello il momento che avranno bisogno di maggiore sostegno da parte della figura di riferimento. L’ingrediente mancante, spesso e volentieri, è la fiducia.

Per la maggior parte delle volte, si dimentica che l’altro, in quanto altro essere vivente, dunque autonomo, possa avere il diritto di perlustrare la vita come la desidera; ed in quanto padre e/o madre è possibile fornire soltanto il sostegno senza imposizione o demonizzazione della scelta presa. Infine, la domanda fondamentale dovrebbe essere: “Figlio/a mio/a come stai? Sei felice?”
Se l’esito non è positivo, si cerca di arrivare insieme alla matassa per la risoluzione, cercando anche un itinerario differente, ribellandosi ad un modello.

 

Troppa Famiglia

 

E.: Che consigli darebbe ai giovani di oggi che vivono in un mondo dove i rapporti sono considerati liquidi, come dice il filosofo Zygmunt Bauman?
È molto difficile dare consigli in un periodo storico come questo. Sicuramente la cosa più complessa in assoluto, e lo dico in generale, è comprendere che se si mette al mondo un altro essere umano bisogna esser pronti ad assumersene la responsabilità, dato che un figlio è un vero “per sempre”. Bisogna avere la consapevolezza che in quel momento la vita cambia, sicuramente in meglio, però è chiaro che ci sono delle restrizioni, fino ad una certa età sicuramente, poi anche dopo. È come se quel pensiero fosse perennemente costante, in sostanza come se facesse parte di te, sotto pelle.

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È necessario prenderla con serietà ma anche con leggerezza e comprendere che i figli sono entità autonome. Inoltre, non bisogna sottovalutare che, anche se sono molto piccoli, loro osservano sempre qualsiasi cosa, creandosi anche un’opinione sul mondo esterno.
Dunque, le parole chiavi sono responsabilità, gioia e tasto resetta tutto!

 

Troppa Famiglia

 

E.: Secondo lei in che modo è considerato “il sacrificio”?
L’idea del sacrificio è indubbiamente sbagliata, è chiaro che se c’è questo pensiero alla base, forse è meglio non assumersi tale responsabilità.
Prima di diventar genitori si dovrebbe lavorare su sé stessi per migliorarsi. Tuttavia, al di là di ciò, il genitore dovrebbe aver risanato le proprie cicatrici in modo da non infliggere più dolore agli altri senza consapevolezza, che è uno dei mali peggiori, in modo da infondere gioia al nascituro. In ogni modo, per far questo bisogna passare per forza per la sezione “accettazione”, altrimenti non si genera un ambiente sano e armonioso; ed è fondamentale, indipendentemente dall’età, in cui si decide di mettere al mondo un figlio.

Inoltre, dipende dalla capacità di relazionarsi con l’altro. 
Indubbiamente i tempi odierni non lasciano molto spazio alla fantasia, dipende anche in che parte del mondo nasci, come tutte le cose ci vuole equilibrio e i pro con i contro del caso ma l’unione può far la forza: come una coppia che decide di osare e che cerca di impegnarsi per migliorarsi e perfezionare l’esterno.

 

Troppa Famiglia

 

E.: Quanto e come incide la figura della donna in una famiglia?
Nessuno tollera i ruoli imposti. Non vi è un ruolo preciso che la donna deve ricoprire. Non deve essere madre se non si è pronti, non bisogna essere moglie se non lo si vuole, e così via.
Tutti possiamo fare tutto, l’importante è che non si pretenda che qualcuno faccia o interpreti per forza un ruolo, altrimenti il rischio è quello di dimenticare la propria natura.
Essendo l’essere umano un animale sociale, ha bisogno di agire in gruppo, come affermava Aristotele. Dunque, il modo migliore per tutelare questa convivenza è prendersene cura, cercando di non dare adito ad incomprensioni e malcontento, agendo quindi insieme mostrando la giusta attenzione e pazienza, concedendo lo spazio giusto all’altro.

Infatti, nei gruppi di lavoro felici si ha rispetto dell’area degli altri e viceversa.
Se ci si sente imprigionati in un ambiente, magari per un po’ si resiste, ma il rischio di scoppiare è inevitabile.
Coltivare la propria libertà di essere e agire per quello che si è, nella contingenza delle cose che accadono intorno, è essenziale. Bisogna, però lavorare su sé stessi altrimenti il risultato è nullo.

Infine, arriverà un momento in cui il rapporto tra genitori e figli sarà conflittuale, e l’errore è sempre dei più adulti, questo sarà un bell’allenamento per alimentare l’autostima quando essa ne verrà meno. Comunque sia, l’ironia salva tutto.

E.: La ricetta per una famiglia possibilmente unita?
Il segreto di qualsiasi gruppo: occuparsi del benessere dell’altro.
Il problema è quell’egoismo malsano che incrina tutti i rapporti umani.
La società ci inganna con il concetto di individualismo ma se ci si sofferma un momento nessuno è effettivamente mai solo, e allora guardiamoci un po’ di più, dato che si percorre lo stesso asfalto e disagio alla fine del mese. E dunque, è l’armonia e la visione del bisogno dell’altro le componenti di una famiglia, seppur allargata, duratura.

L’ultima riflessione è che ciò che sta accadendo è proprio perché non c’è rispetto della dignità della vita, bisogna reimparare a rispettare. Bisogna comprendere che il concetto di competizione va risanato in quanto rende l’individuo infelice, poiché si sente costretto a competere senza una vera e propria prova da superare e senza, per l’appunto, consapevolezza profonda di sé.

E.: Progetti futuri?
Sto per iniziare una web serie crime con la regia di Gabriele Lazzaro
E poi altre due cose che sono in working progress ma non posso permettermi lo spoiler al momento!


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