Presentata nel 2015 ed entrata in commercio dall’aprile di giugno 2016, la nuova Alfa Romeo Giulia compie i suoi primi dieci anni.
Dai tempi in cui nei “poliziotteschi” anni ’70 ne dominavano gli inseguimenti Franco Nero e Maurizio Merli, l’Alfa Romeo Giulia è diventata un’icona. Conosciuta affettuosamente come “la Giulia”, questa berlina ha segnato un’epoca: amata dalle famiglie borghesi, temuta dai ladri e osannata da appassionati e forze dell’ordine. In quegli anni, un detto milanese diceva: “Se hai una Giulia, o sei un balordo o sei uno sbirro”.
Dopo anni di alterne vicende industriali e declino qualitativo, nel 2015 Alfa Romeo ha stupito il mondo con la rinascita del mito: al Museo Storico di Arese e poi al Salone di Francoforte, viene svelata la nuova Giulia, versione Quadrifoglio. Motore V6 biturbo da 2.9 litri interamente in alluminio, firmato Ferrari, e prestazioni da supercar: 0-100 in poco più di 4 secondi e 305 km/h di punta massima. Era il progetto “952”, il ritorno in grande stile di un brand che sembrava perduto. La concorrenza restò a guardare, sbalordita e senza sapere come replicare.

Dieci anni dopo, la Giulia continua a far parlare di sé, anche in Germania, patria della rivale BMW. Premi alla mano, è ancora considerata una delle berline più belle e divertenti da guidare. Oggi esiste in diverse motorizzazioni diesel e benzina, ma ciò che davvero la distingue è la dinamica di guida, da sempre marchio di fabbrica Alfa Romeo.

Abbiamo provato una Giulia Super prima serie, motore turbo benzina da 200 CV, in livrea Grigio Silverstone. Colpisce subito il look grintoso, sottolineato dai cerchi “a turbina” da 18 pollici, con pneumatici differenziati: 225 mm all’anteriore e 255 al posteriore, un dettaglio tipico da supercar.
L’abitacolo, raccolto ma razionale, sorprende per la cura del design: infotainment integrato nel cruscotto, sedili in pelle senape e tessuto nero, seduta bassa e postura sportiva. Il volante piccolo, con pulsante d’avviamento incorporato, è affiancato da paddle in alluminio: tutto grida “prestazioni”.

Avviamo il motore in modalità “A” (Advanced Efficiency): l’auto è silenziosa, i cambi marcia dolci, il comfort elevato.

Un poco cambia selezionando N (normal), donandoci una dinamica molto più rapida, tutto sommato conforme alle concorrenti. Ma è selezionando la modalità “D” (Dynamic) che la Giulia si trasforma in Mr. Hyde: risposta immediata, marce fulminee, sterzo diretto e assetto rigido. In città, le rotonde si affrontano con agilità da coupé sportiva.

Su strada extraurbana, la berlina mostra tutta la sua anima da gran turismo: il baricentro basso e la trazione posteriore garantiscono una tenuta di strada impeccabile. E’ davvero impressionante affrontare le curve e notare come la gomma posteriore esterna si appoggia, mentre con un filo di gas rimane incollata e tendente al sovrasterzo, dando l’impressione che curva dal di dietro.

Portata al limite, la Giulia regala emozioni autentiche. Il cambio automatico ZF a otto rapporti è rapidissimo, i paddle come in una F1 regalano scalate secche e precise. Il
sound, però, resta fin troppo ovattato, poco in linea con la verve meccanica, persino nella più performante “veloce”, sempre a benzina ma con 80 cv in più.

In compenso il turbo si fa sentire, con una spinta decisa, da subito in coppia e un sibilo affascinante è capace di un allungo quasi infinito. Ma è solo impressione perché il limite è poco più di 5000 giri al minuto.

La Giulia 200 CV si dimostra la più equilibrata della gamma benzina, rispetto alla “Veloce” ed alla furiosa “Quadrifoglio” da 510 CV (520 nel restyling 2024).
Il nostro esemplare ha prestazioni di tutto rispetto: 0-100 in 6,6 secondi e 235 km/h di velocità massima.

Certo, i consumi sono elevati, ma per chi ama l’Alfa, questo è un dettaglio secondario. Perché guidare una Giulia non è solo mettersi al volante di un’auto: è vivere un’esperienza. E quella sensazione tra le mani, quello sterzo così diretto, quella vettura che ti si cuce addosso… è amore vero.

Nato a Milano il 9 Agosto 1974, ha conseguito studi ed esperienze lavorative di progettazione meccanica. Agli inizi del 2000 quasi per gioco coltiva l’hobby della scrittura, divenendo inaspettatamente giornalista pubblicista. Ha collaborato con svariati quotidiani scrivendo di cronaca e inchiesta, nonché con magazines mensili dedicati alle auto storiche per via della sua passione per il collezionismo automobilistico di nicchia. Oggi lavora in una fondazione nel centro di Milano, ma non appena il tempo glielo consente, ne approfitta per condividere notizie ed opinioni. La sua citazione preferita, come un mantra, la ruba al celebre film “Scent of woman,” in cui Al Pacino, nei panni di un colonnello non vedente dell’esercito, risponde alla domanda del suo giovane badante sull’ammirazione che ha delle donne: “Le donne le amo sopra ogni cosa. Al secondo posto, ma con lunga distanza… c’è la Ferrari.” Carpe Diem.