Una sfilata ispirata al riciclo. Abiti e accessori interamente realizzati con materiali di scarto.
Outfit realizzati con sacchi e bottiglie di plastica, pluriball, zanzariere, spago per balle di fieno, guanti e mascherine opportunamente ripulite.
“La nostra sfilata vuole essere un grido di protesta contro chi non si accorge dell’importanza del tema green”,
dicono i ragazzi della proloco di Frasso Sabino che con il patrocinio del comune, da otto anni, danno vita a quest’evento green per sensibilizzare ed aumentare la consapevolezza ambientale.
“Abbiamo voluto esserci nonostante le limitazioni Covid realizzando un edizione più intima ma non meno potente”
La Sfilata
Alla manifestazione erano presenti nove artisti del riciclo che utilizzando rifiuti di ogni genere hanno portato in passerella splendidi abiti dalle silhouette morbide ed eleganti. La moda diviene così strumento di comunicazione per focalizzare l’attenzione sui temi ambientali più urgenti come l’inquinamento del mare o la difficoltà dello smaltimento dei presidi sanitari.
“I nostri lavori hanno lo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini al corretto smaltimento dei rifiuti portando contemporaneamente un messaggio di speranza, l’auspicio che presto si possa ritornare alla piena libertà senza più la paura del coronavirus”.
I vincitori
Sul podio dei vincitori: primo classificato: “Impigliati nella rete” di Eugenia Benedetti e Graziella Cestari. Long dress da sera nero con guizzanti pesci d’argento pennellati di blu. L’abito, realizzato con bottiglie di plastica, zanzariere, parasole per auto, nastri e vecchi strass, vuole essere un inno di protesta CONTRO l’inquinamento dei mari a causa delle microplastiche. “Non vogliamo più vedere pesci e specie marine bloccati da ostacoli in plastica e con la pancia piena di rifiuti! ,dicono le stiliste veterane della manifestazione.
Secondo posto per “PSS!” di Gregorio Maria Mattei. Un abito realizzato con gonfiabili in PVC bucati. Una mise ironica che richiama, le fiabe, la gioia di vivere, i sorrisi ma nasconde un messaggio molto importante: il desiderio del ritorno a una società GONFIA di valori positivi
Terzo posto per “Bride Crystal” un leggiadro abito da sposa di Erica Petrozzi realizzato con tappi di siringhe, carta e plastica dei deflussori PER FLEBO, tappi di fiale per antibiotici.
L’abito richiama il dolore che abbiamo tutti imparato a conoscere durante l’epidemia Covid-19. Ma, allo stesso tempo, riporta l’immagine di una sposa luminosa che arriva orgogliosa fino all’altare per vivere il giorno più bello e sognato.
Riciclare e riusare un materiale di scarto è una vittoria, una ripartenza. Anche noi possiamo ripartire dopo giorni bui, di dolore e malattia e coronare i nostri sogni. L’artista è un’infermiera professionale.
Menzione speciale per “Raggio di Sole” di Silvia Rossi. Un lungo outfit per serate speciali. Realizzato con un centinaio di mascherine chirurgiche, involucro in plastica di pacchetti di sigarette e scarti di plastica dorata. Questo abito scalda e protegge una donna guerriera pronta ad affrontare le sfide del quotidiano. Molto bello anche “Una farfalla sui fiori“ di Vita Masi. Un romantico completo in bianco e rosa. Realizzato con sacco a rete in nylon per la stagionatura dei salumi, stecche di plastica, linguette di lattine in alluminio, lacci di scarpe, carta da parato e scarti di tovaglioli e tubolare per fili elettrici
L’abito di Vita è un invito a non perdere mai la speranza. Può nascere un fiore in mezzo ai rifiuti. E sarà lui a far riprendere a respirare tutta la terra. Nel momento più buio quando tutto sembra non avere più senso, si può trovare una luce e riprendere a volare.
Writer:
Dionilla Ceccarelli
Cosmopolita e sognatrice. Studia lingue: Russo, Tedesco e Francese. Ama nuotare, la natura, la moda e l’arte.Adora viaggiare, il rito del thè e la letteratura russa.